Il Canone Rai, una delle tasse più invise agli utenti Italiani, potrebbe non essere più legato al possesso o meno di un apparecchio tecnologico in grado di ricevere il segnale televisivo, ma semplicemente al possesso di un contratto per l’energia elettrica. La notizia, in circolazione da tempo. è stata confermata dal sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli a 24 Mattin0, che proporrà un emendamento alla legge di stabilità per introdurre questa novità a partire dal prossimo 2015.
Il pagamento del Canone Rai è sempre stato correlato al possesso dei un qualunque dispositivo atto o adattabile alla ricezione di radioaudizioni televisive in Italia; la tasse è probabilmente una delle più evase del nostro Paese, ma con questa riforma invece gli utenti italiani si ritroveranno il Canone direttamente nella bolletta dell’energia elettrica.
Così ha commentato Giacomelli: “Con questo strumento consideriamo di recuperare in modo pressoché totale l’evasione. C’è un’evasione per cui siamo tra i primi in Europa che è attorno ai 600 milioni per un canone che è oggettivamente tra i più bassi in Europa. Questa situazione non è più tollerabile”
Per non pagare si dovrerebbe dichiarare di non possedere non solo un TV, ma neppure un PC, un tablet o uno smartphone, quindi nessun dispositivo che sia in grado di far vedere in qualche modo, via etere o via streaming, la televisione. In termini pratici pochissimi italiani potrebbero essere in grado di vedersi stornato il costo del canone. Come risultato, il Canone Rai potrebbe però diminuire notevolmente di prezzo per l’utenza Italiana, raggiungendo un costo fra i 60-65 euro totali, contro i 113.5 euro attuali.
In ogni caso il percorso della legge potrebbe non essere semplice. Contro questa prospettiva non si scagliano solo le opposizioni (da Grillo secondo cui il “canone in Bolletta non si può mettere”, alla Lega secondo cui sarebbe “Un furto legalizzato”), ma anche l’NCD, che è un indispensabile alleato di governo per Renzi che ritiene, secondo quanto sostiene l’onorevole Di Girolamo, “irricevibile” la prospettiva. Anche scelta Civica, altro alleato di governo, dice no. Semaforo rosso anche dalle associazioni dei consumatori, come Federconsumatori che bolla l’idea come “balzana e illegale”
