I cameraphone piacciono a tutti, tranne che a Canon. Le ragioni di questa antipatia sta scritta nero su bianco nei numeri dei risultati finanziari per il Q4 2014 da cui emerge il perdurare del calo delle vendite di fotocamere a causa proprio della concorrenza dei cameraphone.
L’azienda ha visto aumentare il suo utile operativo trimestrale – che va dai tre mesi precedenti al 31 dicembre – del 5,4% anno su anno per l’equivalente di 835 milioni dollari, ma senza soddisfare le aspettative degli analisti a causa della debolezza della divisione “imaging” di Canon che ha visto il suo utile operativo in caduta del 6,2% anno su anno, con un utile operativo di 493 milioni di dollari. Le vendite in questo segmento sono scese del 7,3% su base annua. Considerando il Paesi, il più grande calo di vendite è venuto dalle Americhe, in calo dell’11,9 per cento rispetto al 2013.
Gli smartphone sono citati come principale motivo per il rallentamento delle vendite di fotocamere. Nel 2015, il produttore anticipa che le vendite delle fotocamere compatte saranno solo 7,8 milioni di unità, che è una sostanziale diminuzione rispetto agli oltre 9 milioni del 2014, e prevede che le vendite delle DSLR resteranno relativamente piatte, con circa 6,4 milioni di unità.
Canon si aspetta comunque un 2015 favorevole per quanto riguarda le vendite: la società stima 33 miliardi di dollari di fatturato, in aumento anno su anno del 4,6 per cento. Nel novembre del 2014, Canon ha rivelato i piani per aumentare la sua produzione in patria, in Giappone. La società prevede di spostare la produzione di macchine fotografiche, fotocopiatrici e stampanti verso il Giappone nel corso dei prossimi tre anni, una mossa stimolata dall’oscillazione del valore dello yen e la diminuzione dei risparmi nella produzione all’estero.