Nel nostro Paese le chiamate dei call center sono un tormentone insopportabile ben noto. Il fatto che gli utenti si aspettino chiamate da chiunque fa gioco ai criminali, che seguendo lo stesso modello adottato da call center legittimi, propongono ai consumatori offerte e sconti fasulli: un caso sempre più frequente ai danni della clientela di operatori di telefonia mobile come Vodafone, Tim, Wind e Tre oltre che di operatori energetici o istituti bancari.
Dotati di sistemi che creano numeri di cellulare automaticamente, li compongono e stabiliscono una connessione qualora il numero sia esistente, i criminali si spacciano per presunti call center Vodafone, Tim o di altri operatori, anche banche e fornitori di energia, che tentano di truffare i consumatori. Gli addetti fasulli pongono quesiti secondo i più moderni canoni della programmazione neurolinguistica, manipolando gli interlocutori affinché rispondano “si” o “no”, ad esempio alla domanda “beneficia già dello sconto esclusivo a Lei riservato?”.
Domande insidiose, alle quali sorge istintivo replicare con un si o un no. Eppure, in questi casi, non si dovrebbero mai pronunciare tali parole. Il motivo? Molto semplice: la registrazione di un chiaro «si» o «no» detto dall’utente viene tagliata e inserita in una conversazione fasulla riguardante la vendita di servizi, ad esempio come risposta alla domanda “Lei è d’accordo di pagare tale somma per il piano tariffario mensile scelto?”.
Varie le strategie di truffa, pesanti le conseguenze per gli utenti
Utilizzata per legittimare la sottrazione di somme di denaro sia concordate con il consumatore sia decise in autonomia dai criminali, questa abile strategia di montaggio audio è ovviamente illegale e difficilmente l’organizzazione criminale presenterà ricorso a fronte di una denuncia. Motivo per cui se dovessero verificarsi danni contingenti a discapito dell’utente, questo potrà difendersi con successo.
Ma i call center fasulli non si avvalgono solo di queste tattiche. Un altro esempio è il tentativo di carpire telefonicamente password e dati personali per garantirsi l’accesso all’area clienti online dell’operatore in questione e stipulare nuovi piani tariffari o un prolungamento del contratto a nome del consumatore traendone però personalmente i benefici correlati come il recapito di un nuovo smartphone a un altro indirizzo. Alquanto inquietante in questo frangente lo scenario che vede il finto addetto del call center impossessarsi dei dati di accesso all’online banking del povero consumatore, i cui risparmi vengono prosciugati con pochi click.
Come riconoscere i truffatori e non cadere nell’inganno
E’ assolutamente necessario prestare attenzione ogni qual volta si ricevono chiamate da numeri sconosciuti, in modo particolare se con i prefissi 02 o 06. Inoltre, è auspicabile dare risposte che esulino dal “si” e dal “no” evitando di fornire qualsiasi informazione personale nonché dati sensibili.
«Occhio alle chiamate da parte di numeri privati o sconosciuti: se, come prima cosa, l’operatore vi chiede se riuscite a sentirlo, non rispondete di si, anche se è difficile resistere. Piuttosto cercate altre formule come “riesco a sentirla” oppure “giusto”» sollecita Tim Berghoff, Security Evangelist di G DATA Software AG «Quando proprio non sapete come fare, terminate la chiamata e contattate il vostro (vero) operatore, chiedendo di farvi sapere se è in corso una attività promozionale».
Ulteriori armi di difesa sono le applicazioni per smartphone come TrueCaller (Android e iOS), che monitora le chiamate e gli SMS ricevuti rilevando se questi provengono da fonti credibili, bloccandoli in caso contrario.