La California è l’ultimo degli stati USA a valutare una proposta legislativa indicata con il nome Right to Repair, diritto alla riparazione che, se approvata, obbligherebbe Apple e tutti i costruttori a fornire anche ai riparatori di terze parti componenti originali e parti di ricambio, manuali di servizio e strumenti diagnostici.
La deputata Susan Talamantes Eggman ha annunciato l’introduzione nello Stato del Right to Repair Act, spiegando che questo “offrirà ai consumatori la libertà di riparare prodotti e dispositivi elettronici presso service provider e negozi di terze parti, una pratica scontata una generazione addietro e che ora sta diventando sempre più rara nel mondo dell’obsolescenza programmata”.
Molti produttori sono contrari a simili provvedimenti perché minerebbero le assicurazioni aggiuntive vendute ai clienti che consentono loro di recarsi nei punti vendita e centri di riparazione ufficiali per gli interventi, ma anche perché le parti terze potrebbero usare pezzi di ricambio di qualità inferiore a quelli offerti dal produttore originale. Gestendo internamente le riparazioni, i produttori evidenziano la possibilità di usare procedure standard, offrire un miglior livello di sicurezza e garantire loro maggiore segretezza.
Il “repair movement”, un insieme di persone e associazioni che negli USA ha portato alla stesura della proposta di legge nota come “Right to Repair”, ha intanto ottenuto sostegno in stati quali: Washington, Massachusetts, Vermont, New York, Hawaii, Illinois, Iowa, Kansas, Minnesota, Missouri, North Carolina, Nebraska, New Hampshire, New Jersey, Oklahoma, Tennessee e Virginia. Per il “movimento”, la proposta di legge non solo offre al consumatore maggiori possibilità su dove riparare i dispositivi, ma è anche un modo per ridurre l’impatto dei rifiuti elettronici.
La proposta di legge nasce sulla falsariga di quanto presentato nel 2012 dalla Right to Repair Coalition, progetto che ha consentito alle officine generiche di avere accesso alle informazioni tecniche sugli autoveicoli con prezzi identici a quelli praticati per le reti di assistenza ufficiali delle concessionarie. Così come l’automobilista ha il diritto di scegliere il meccanico di fiducia, anche l’utente di smartphone, tablet e computer, secondo la coalizione che porta avanti il progetto, ha il diritto di scegliere il proprio centro di assistenza.