È arrivata l’estate, tempo di lentezza. Abbiamo iniziato a guardare qualche app per scrivere in Markdown su Mac: il linguggio di marcatura leggera inventanto da John Gruber alcuni anni fa per poter dare attributi al testo (grassetto, corsivo, link) in modo semplice e intellegibile per chi scrive e per chi vuole leggere il “sorgente” del testo. La prima che abbiamo visto, un po’ di giorni fa, è stata Typed, una delle ultime. Andiamo avanti con questo viaggio: adesso tocca a Byword, forse una delle più popolari sul mercato.
Come funziona Byword
Byword recupera molte delle caratteristiche di prodotti più quotati ma lo fa in maniera davvero ingegnosa. Alla fine questo, più la sua maiuscola sincronizzazione da Mac e la capacità di organizzare i contenuti anche su iPad e iPhone, lo rendono una fantastica macchina per scrivere post-moderna. Il vantaggio di Byword è soprattutto su Mac. Qui la sua interfaccia semplice e lineare si candida ad essere una delle migliori in assoluto.
Poche funzionalità ma assolutamente centrali e poi, a ben guardare, molto più flessibili e meno “radicali” di quelle di alcuni dei suoi concorrenti come iA Word: possibilità di scegliere tra cinque font consigliati (ma se ne possono pescare quanti se ne vogliono dal sistema operativo), modalità a schermo pieno, modalità focus su paragrafo o su linea, modalità macchina per scrivere (lo schermo si riallinea all’altezza dove viene inserito nuovo testo), possibilità di nascondere o mostrare i contatori. Oltre a scegliere fra due diversi tipi di visualizzazione (chiaro su scuro o scuro su chiaro), è interessante anche la possibilità di zoomare il testo in modo tale che sia più facilmente leggibile su schermi di grandi dimensioni, oppure molto densi come i moderni Retina.
Byword sul campo
Ci sono molti termini di paragone nella vivace scena delle app di scrittura su Mac, ma Byword li fronteggia quasi tutti senza grandi problemi. Nelle possibili cartografie del mercato degli editor di testo su Mac e iOS, ci sono infatti molte coordinate che si possono incrociare per identificare Byword. È un editor di testo semplice basato sul Markdown, cioé compatibile con documenti di testo di formato .txt e .md. È anche un editor che riesce a esportare in vari formati interessanti (Html ovviamente ma anche Rtf e anteprima del Markdown a tutto schermo). È un editor con una grande facilità di sincronizzazione dei suoi documenti, non solo con la sua app per iOS (Byword costa 5,99 euro per iPhone e iPad), ma anche con gli altri editor di testo.
Tra l’altro, uno dei punti di forza dovrebbe essere la possibilità di lavorare sia in locale che via iCloud o Dropbox. Chi scrive però ha avuto problemi di sincronizzazione soprattutto con la versione iOS utilizzando Dropbox. Il motivo delle difficoltà probabilmente è dovuto al fatto che non c’è un file system esposto ma solo le API di Dropbox per controllare il passaggio dei documenti avanti e indietro tra la nuvola e il dispositivo. Invece Apple ha un sistema più stabile di gestione dei documenti anche in locale, con sincronizzazione “locale-remoto” meglio organizzata sui suoi dispositivi.
Le difficoltà di sincronizzazione tra la versione Mac e la versione iOS sono diventate veramente significative (e molto fastidiose) soprattutto con scarsa connessione 3G/4G dell’iPad. Un peccato, perché la soluzione “tutto Byword” sarebbe stata davvero interessante per immaginare uno scenario di scrittura a casa e in viaggio semplificata: tutti documenti Markdown dentro una casella di Dropbox da vedere separatamente o tutti assieme.
Un ultimo aspetto ha a che fare con i differenti “dialetti” e i gradi di “purezza” con cui si implementa il Markdown di John Gruber.
Da questo punto di vista Byword è fin troppo radicale: se non ci si ricorda di aggiungere un doppio spazio alla fine di una riga che va a capo, nella renderizzazione del testo in Html o in Rtf la riga va invece di seguito. Altri editor invece si premuniscono di trattare il testo in maniera più simile a come un utente non fluente con il Markdown si aspetterebbe (il riferimento qui è di nuovo per iA Writer). Non è un problema insormontabile a rappresenta una delle più vistose idiosincrasie di un linguaggio che, altrimenti, sarebbe molto semplice da imparare. Chiunque sappia compilare un bollettino postale è perfettamente in grado di imparare e “pilotare” alla perfezione il Markdown. Il tema degli a capo è una semplice questione di “memoria muscolare” della scrittura.
In conclusione
L’utilizzo di Byword è stato più che piacevole. Abbiamo volutamente omesso di specificare finora che, oltre al prezzo della app (sia per Mac che per iOS), c’è da pagare un sovrapprezzo per avere a disposizione la possibilità di utilizzarla per postare direttamente su alcune piattaforme di blogging, tra le quali ovviamente l’onnipresente WordPress. Non abbiamo calcolato questa possibilità perché secondo chi scrive non è una finalità principale di una app di testo basata oltretutto sul Markdown.
Ma il fatto di non aver riscattato l’acquisto in-app per la pubblicazione sui blog e non averlo provato non vuol dire che non sia una cosa potenzialmente utile, ad esempio per chi vuole avere un buon controllo dei testi del suo blog e non vuol correre il rischio di affidarsi a una interfaccia web per scrivere e per postare. Oltretutto il Markdown consente di inserire anche immagini nei testi, facendo riferimento a una semplice sintassi di gestione dei collegamenti.
Forse, chiedendo allo sviluppatore, è possibile sapere in quanti effettivamente utilizzino questo sistema. Di certo, pagare un prezzo relativamente contenuto per la app con sovrapprezzo a parte per la possibilità di postare in rete si può vedere come un vantaggio anche dal punto di vista economico. In conclusione, Byword è una ottima app, apparentemente “spoglia”, in realtà molto curata nei particolari e con intuizioni di interfaccia e interaction design pressoché uniche.
Pro
• Essenziale ma al tempo stesso molto flessibile e potente
• Ha funzioni originali come la possibilità di postare direttamente su blog
• Un ambiente di scrittura pulito e ricco, con intuizioni di interfaccia uniche
Contro
• La sincronizzazione con Dropbox (versione iOS) è a tratti problematica
• La pubblicazione su blog richiede un acquisto in-app
• Manca un correttore ortografico
Prezzi e disponibilità
Byword per Mac costa 11,99 euro da questa pagina di Mac App Store. La versione iOS sia per iPhone che per iPad costa 5,99 euro su App Store.