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Buon compleanno, Xbox: la console di Microsoft compie 10 anni

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Dieci anni. Sembra ieri, ma invece sono dieci, e per di più proprio oggi. È decimo il compleanno dell’Xbox, la console dei miracoli di Microsoft. Quando era partita nel 2002, la prima generazione di console made in Redmond, molti prendevano in giro l’azienda per aver prodotto una specie di “PC da combattimento” chiuso e non aggiornabile. Nessuno aveva ben capito a Redmond la strategia giusta, solo intuito la direzione. E i giocatori “hard” del mondo PC non avevano chiaro come si facesse una console.

Microsoft, con quella vecchia console, ci ha perso un sacco di soldi. E ha sbagliato un sacco di cose. Poi si è rimessa al tavolo da disegno e, grazie anche al flusso di cassa gigantesco generato dal software per PC incluso Windows, ha creato una console che usa una tecnologia completamente diversa rispetto a quella usata in ambiente PC: qui c’è un nucleo di processori RISC prodotti da IBM, una strategia che sembra più nipponica che non americana o europea. Anche perché sono i giapponesi quelli che hanno definito questo mercato e la lotta un tempo a tre (Sega, Nintendo e Sony) si è trasformata in una lotta a tre: Nintendo in testa, Sony in picchiata e Microsoft in crescita alla grande.

Tanto che, dieci anni dopo l’esordio di Xbox e sette dopo quello di Xbox 360, ci siamo accorti che forse la vincitrice di quella guerra è stata proprio Microsoft. Tanto di cappello dunque agli eroi della console americana, agli eroi del gioco ripreso e portato avanti a tutti i costi. Certo, Sony ha un hardware più bello, Nintendo quello più innovativo (e meno potente) ma Microsoft è riuscita, un passettino alla volta, errore dopo errore, a costruirsi un percorso vincente che la sta portando in testa al mercato non solo per le vendite di oggi, ma anche per le vendite complessive di questo apparecchio. Sembra ieri, ma invece sono dieci anni.

E una cosa che abbiamo imparato in questi dieci anni è che Microsoft, anche quando sembra condannata a essere irrilevante, a venir superata dalla storia, a competere in un ambito non suo, in realtà è capace di grandi riprese, di grandi ripartenze, di grandi accelerazioni, di grandi recuperi, di grandi ritorni. Ce l’ha fatta. Ha sconfitto il ciclo industriale precedente, che vedeva un ricambio ogni quattro-cinque anni al massimo di tutto l’hardware. Ha fatto partire il primo, più popolare e più godibile sistema di game online per console, e sta lavorando rapidamente per trasformare il suo successo anche in una via di conquista del salotto, di conquista del soggiorno con lo spazio sotto la televisione. L’obiettivo insomma è di trasformare l’Xbox 360 in un mediacenter, in una estensione dello store Windows, in una esperienza basata sui gesti con Kinect, in un sistema per vendere film, telefilm, musica e aggiornare la vita digitale dei ragazzi, preparando le interfacce Metro che vengono utilizzate da telefoni, tablet e PC.

In una guerra commerciale non conta chi parte bene o chi emerge a metà corsa: vince chi resta in piedi alla fine, durante l’ultimo round. Xbox 360 e tutto il progetto Xbox, che è costato la testa a numerosi dirigenti di Microsoft e che per anni è stato un buco nero nei conti dell’azienda, è diventato il progetto di maggior successo dopo Windows. E forse lo supererà. In mezzo, c’è stata la genuina passione degli uomini e delle donne di Microsoft, di un’azienda che alla fine ci ha sempre creduto. E alcuni incredibili colpi di fortuna: Halo e Project Gotham Racing, per esempio. Due franchising che sono letteralmente esplosi e hanno trasformato Xbox in un prodotto che valeva la pena. Perché neanche la migliore console senza una o due killer applications riuscirebbe a sfondare. Lo dimostra ovviamente Sony con la sua Playstation 3, che ancora non riesce, nonostante i potenziali della macchina siano stati appena scalfiti.

Ma c’è un limite. C’è un limite alla potenza, all’alta risoluzione, al desiderio di fare le cose troppo in grande. Perché alla fine deve rientrare in campo il gioco, il piacere, la funzionalità e qualche mossa furbetta che consenta a chi produce la console di guadagnarsi il vantaggio nel mercato, di essere in qualche maniera innovativa. Xbox c’è riuscita: è riuscita a essere rilevante, a innovare.

Xbox, nata per hard core gamer, i giocatori duri ma puri, è riuscita a sopravvivere ai cinque anni di dominio della Nintendo, che ha riscoperto il giocatore casuale, il casual gamer, grazie a Wii e alla sua interfaccia super intuitiva e naturale oltre che all’hardware “sgonfio”. La lotta è stata logorante, bisogna dire la verità, più per Sony che non per Xbox, che si è asserragliata nel mondo del gioco “hard” e soprattutto della connettività Live, cioè il gioco in rete. Qui la capacità dell’azienda di Redmond di avere i server a disposizione per far funzionare tutto il sistema è stata davvero unica: una cosa che né a Nintendo (preoccupata della tutela dei minori) né a Sony (che a quanto pare come IT company ha qualche problema) è riuscito. E l’altra mossa super-azzeccata: il tempismo.

Infatti Xbox 360 era uscita in anticipo di quasi un anno rispetto a Sony. Si diceva tutti: si sono rovinati con le loro stesse mani, non hanno processori abbastanza potenti e memoria sufficiente per competere con PS3. E invece quell’annetto di vantaggio ha permesso di “chiudere” il pubblico pagante in un recinto prima che arrivasse lo tsunami di Nintendo. E quindi di resistere meglio che non Sony alla casa di Kyoto.

Ancora, mentre Sony si arrendeva, cercando di inseguire Nintendo ma non riuscendo a generare un sistema di casual gaming credibile, Xbox ha tirato fuori dal cilindro una magia veramente strana ma a quanto pare funzionante. Kinect, il sistema che trasforma il giocatore nel controller non ricopia quanto fatto da Nintendo (mentre Sony ha cercato di seguire le orme con controller “a gelato” che funzionano più o meno come il Wiimote) ma è stata genuinamente innovatrice, senza contare che ha anche creato un sistema aperto (da parte di Microsoft è veramente incredibile!) e legato a una vecchia idea stile Minority Report che da decenni viene raccontata da Bill Gates durante ogni keynote al CES di Las Vegas, almeno fino a che li faceva lui – ma che poi sembrava veramente non dovesse mai arrivare. Invece, con Kinect c’è stato il primo passaggio per cercare di trasformare l’interfaccia del PC in qualcosa di diverso e più versatile.

In questa maniera Xbox è sopravvissuta e anzi ha prosperato. Ci sono centinaia di milioni di console vendute in due anni. 40 milioni di giocatori paganti su Live Gold. E in prospettiva la possibilità di trasformare il modo in cui si vendono i giochi, in cui si cerca di fare innovazione anche commerciale. I poligoni sono arrivati più o meno dove potevano e dovevano arrivare. Il salto di risoluzione adesso è minimo ma si paga un costo elevatissimo per avere il vantaggio minuscolo (come sa bene Sony con PS3: è la legge economica dell’utilità marginale decrescente). Bisognava trovare una nuova direzione e riuscire a resistere fino a che la strategia alternativa alla prova di muscoli di Sony non si fosse scaricata da sola per terra.

Ci sono voluti dieci anni ma oggi possiamo dire che Microsoft con Xbox sta vincendo alla grande. E domani?

Buon compleanno, Xbox.
xbox 360

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