Non solo Apple presenta ricorso contro la richiesta della Commissione Europea di tasse arretrate per 13 miliardi di euro, ma respinge completamente la decisione, richiedendo l’annullamento completo e anche il rimborso delle spese legali sostenute per la sua difesa. Secondo i legali di Cupertino «Bruxelles viola diritti fondamentali» della buona amministrazione, trascurando le leggi fiscali dell’Irlanda: il ricorso di Apple è composto da 14 punti in cui Cupertino demolisce il documento di 130 pagine della Commissione Eu.
I legali di Apple sostengono che la Commissione europea ha errato l’interpretazione della legge irlandese, respingono l’accusa di aiuto di stato illegale, indicano errori “fondamentali” da parte della Commissione nella valutazione delle attività di Apple e delle controllate. Ancora valutazione e giudizio sono in contrasto con l’onere della prova, con le linee guida OCSE e anche contrari alle perizie di esperti, non solo: la conclusione della Commissione è, secondo i legali Apple, auto contraddittoria. Nel sesto punto si afferma che la posizione di Apple è stata esaminata e giudicata come se fosse una società residente in Irlanda e che dovrebbe essere tassata sui profitti generati a livello globale.
L’annullamento dovrebbe essere concesso anche per una violazione di forma sostanziale: Apple dichiara di non essere stata messa in condizione di fornire prove in sua difesa che avrebbero potuto cambiare l’esito del giudizio. La Commissione ha respinto le perizie fornite e non ha specificato come dovrebbe essere formulata una corretta attribuzione dei profitti alle controllate. Alla Commissione vengono imputati anche violazioni di forma sostanziali ed errori di valutazione. Negli ultimi punti i legali sostengono che la decisione della Commissione viola i principi di certezza e non retroattività, quelli di una indagine diligente e imparziale, la violazione di due articoli della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, infine che la richiesta oltrepassa la competenza della Commissione perché cerca di ridisegnare il sistema di imposte sulle società in Irlanda.
Si prospetta così una delle più complesse e consistenti battaglie legali tra la Commissione europea e una multinazionale, una diatriba dalla portata vastissima che coinvolge il ruolo dell’Ue avviato con un piano ambizioso messo in discussione negli ultimi anni per l’impopolarità delle istituzioni e ora anche dalla Brexit. A questo si contrappone la portata globale del business e delle multinazionali, sempre più difficili da inquadrare con leggi locali e regionali, per arrivare a prevedibili attriti tra l’Europa e la nuova amministrazione Trump in USA.