Microsoft è un gigante con un fatturato nell’ultimo trimestre fiscale di circa 13,4 miliardi di dollari e utili per quasi quattro miliardi.
La prima e più profittevole linea di business è quella dei sistemi operativi – consumer e server – e la seconda è quella della suite di applicativi denominata Office. Microsoft, da ieri, ha un problema in più.
Dopo Linux e Mac OS X nel settore dei sistemi operativi e l’open source (OpenOffice) insieme a Sun Microsystems (StarOffice), Google (Documents) e la stessa Apple (iWork) in quello di Office, adesso arriva a far pesare anche il colosso della East Coast Ibm, con il suo Lotus Simphony, cioè una suite gratuita, disponibile per piattaforma Windows e Linux ( e prossimamente anche per Mac).
Ibm l’ha presentata a New York, al museo di storia naturale americana, nell’ampia sala dell’Hayden Planetarium.
Si tratta di un insieme di prodotti della divisione Lotus, specializzata in sistemi di messaggistica e posta elettronica, che adesso lancia anche Lotus Documents (l’anti-Word), Lotus Spreadsheet (l’anti-Excel) e Lotus Presentations (l’anti-PowerPoint).
à lo sforzo da parte di Ibm di contribuire allo sviluppo di Open Office, la suite che viene commercializzata da Sun Microsystems come StarOffice e che è un “regalo” di quest’ultima alla comunità open dopo aver acquistato alcuni anni fa (nel 1994) per 73,5 milioni di dollari
il codice di uno sviluppatore autonomo, il tedesco Marco Bà¶rries, e averlo fatto crescere sino a diventare un vero e proprio sistema completo.
L’accerchiamento nei confronti di Microsoft da parte di una concorrenza diversificata ma anche, in qualche modo, coordinata, si fa serrato.
Senza contare che, dopo essersi vista bocciare preliminarmente il proprio standard OpenXML per la codifica dei file di testo, adesso Microsoft assiste invece ad una proliferazione dello standard in competizione, cioè OpenDocument Format (ODF) di cui Ibm è un’attiva sostenitrice.
Tutto sommato, l’anti-trust europeo e le sue multe forse sono il male minore …