Individuato un nuovo brevetto di Apple dedicato a tecnologie per la guida autonoma. Il brevetto fa riferimento al raggio di azione di sensori dedicati alla visione e tecnologie che consentono di comprimere le immagini catturate tenendo conto dell’effettva distanza.
Affinché possano funzionare i veicoli a guida autonoma devono tenere conto dei dati rilevati da varie tipologie di sensori che lavorano a stretto contatto con il sistema video per comprendere in tempo reale oggetti ed elementi vari che incontreranno sul loro tragitto, decidendo di volta in volta se ignorarli, rallentare con prudenza, fermarsi del tutto a un semaforo, fermarsi per far attraversare un pedone o un ciclista in manovra e che sembra pericolosamente avvinarsi al veicolo e così via.
Nel brevetto Apple spiega che dalle informazioni ricavate dalla “visione macchina” (gli “occhi” del sistema che si occupano dell’ispezione visiva automatica), è possibile estrarre caratteristiche geometriche, utilizzabili per ottenere e annotare funzionalità utilizzabili per alimentare i modelli di apprendimento automatico. Per alcune applicazioni è necessario memorizzare grandi quantità di dati a scopo di addestramento. Se si sfruttano apparecchiature mobili come quelle installate in questi veicoli ci potrebbero essere dei limiti nella quantità di immagini e filmati che è possibile memorizzare. Si può ridurre il problema sfruttando tecniche di compressione che riducono la quantità di spazio necessario per lo storage.
Uno degli aspetti del brevetto individua il sistema di compressione migliore in base alla distanza e codifica le immagini diversamente in base alle specifiche necessità del momento. Un secondo aspetto del brevetto riguarda un metodo che prevede come ottenere da una immagine una serie di informazioni comprimendo in maniera differenti parti della stessa immagine.
Il brevetto, scoperto da PatentlyApple, fa riferimento a vari sensori che è possibile installare in un veicolo e cita tra gli inventori Andrew Basile, un ricercatore specializzato in tecnologie dei materiali avanzati della scienza e ingegneria. Nel profilo Linkedin di Basile è riportato che si è occupato per oltre dieci anni dell’uso di nuovi solventi noti come liquidi ionici come elettroliti destinati a batterie al litio e ioni di sodio. Per i liquidi ionici sono state studiate applicazioni come elettroliti nelle batterie solventi e catalizzatori in chimica organica, elementi che potrebbero consentire applicazioni nell’immagazzinamento di energia.