L’accordo in base a cui Microsoft diventerà proprietaria delle divisione mobile di Nokia non include il passaggio di proprietà dei brevetti Nokia: Redmond otterrà una licenza decennale ma l’azienda finlandese ha specificato che manterrà la proprietà sulle sue proprietà intellettuali e ha confermato che “ora che non abbiamo più la nostra attività proprietaria sui dispositivi mobili, in seguito alla chiusura della transazione (con Microsoft), saremmo in grado di esplorare la possibilità di licenziare alcune di queste tecnologie”.
Si tratta certamente di una brutta notizia per la maggior parte dei produttori Android: Nokia potrebbe decidere di intensificare la sua attività di “riscossione” pretendendo da tutti i produttori che si appoggiano ad Android il pagamento per l’utilizzo delle tecnologie detenute dall’azienda, che fino ad oggi Nokia non aveva reclamato se non in rare occasioni. Una di queste, ad esempio, riguarda proprio Apple, che in passato ha dovuto cedere a Nokia ed accordarsi per una cifra ad oggi sconosciuta per l’utilizzo di tecnologie detenute dall’azienda europea su iPhone.
Al momento i produttori di Android sono nel mirino di Microsoft, che richiede il pagamento di specifiche commissioni per l’utilizzo di licenze legate al settore mobile; Nokia possiede diversi brevetti chiave nel mercato della telefonia mobile e potrebbe andare ad appesantire il piatto della bilancia dei costi, rendendo ancora più dispendioso per i produttori l’utilizzo di un sistema operativo che viene distribuito gratis ma che non è del tutto esente da costi. Secondo alcuni osservatori Nokia potrebbe addirittura trasformarsi in una sorta di “patent troll”, ovvero un’azienda che non dispone più di un proprio business (avendo venduto la sua divisione a Microsoft) ma pronta a trascinare in tribunale altre aziende per l’utilizzo di tecnologie di cui non fa più uso o che ha registrato anni fa senza mai avere avuto occasione di implementare in prodotti reali