Mozilla ha pubblicato un’interessante infografica evidenziando i costi invisibili dietro la produzione di uno smartphone, quegli elementi di cui in tanti non tengono conto quando evidenziando i costi dei singoli componenti, dimenticando che dispositivi di questo tipo non sono composti solo da sistema operativo e hardware ma dietro ci sono tantissime fasi di ricerca, sviluppo e la necessità di pagare royalty a nomi noti e meno noti.
In uno smartphone sono sfruttati mediamente la bellezza di 250.000 brevetti. Le royalties di questi sono responsabili fino al 30% del prezzo finale di un dispositivo al pubblico. Come termine di paragone, nel 2002 in un lettore DVD da tavolo la percentuale in questione era del 10% sul prezzo totale. I produttori di smartphone devono tenere conto di grandi, ma anche piccoli e apparentemente insignificanti brevetti relativi alla riproduzione video, audio, alla gestione della memoria, al WiFi, ecc. Un chip per la gestione WiFi costa pochissimi dollari ma, tenendo conto dei brevetti che è necessario pagare per ogni chip prodotto, il prezzo finale può superare anche i 50$.
Molti brevetti hanno consentito di influenzare positivamente l’avanzamento della tecnologia ma è indubbio che costi a volte elevati possono incidere anche notevolmente sul prezzo finale di un moderno smartphone. Tra gli svantaggi di questo sistema, l’impossibilità per nuove realtà, startup e simili anche solo di pensare di produrre prodotti alternativi, non avendo la potenza di fuoco monetaria dei big del settore o la possibilità di affrontare citazioni in giudizio anche per il più piccolo e insignificante brevetto.
Mozilla afferma di stare lavorando per “identificare e ridurre gli effetti negativi del sistema dei brevetti sull’innovazione” con iniziative legali e strategie che prevedono l’uso di standard aperti. “L’ingombro” sui brevetti è ad ogni modo complesso e vari brevetti prevedono clausole che esplicitamente rendono impossibile la loro distribuzione all’interno di prodotti open source.