Il giudice Lucy Koh deve rivedere la decisione con la quale ha permesso a Samsung di continuare a vendere negli Stati Uniti alcuni dispositivi che utilizzano tecnologie coperte da brevetti Apple. La disposizione, ennesimo episodio di una saga legale che continua ormai da anni, arriva dalla corte di appello alla quale si era rivolta Apple dopo che il magistrato in carica per la risoluzione della vertenza, le aveva negato la richiesta di bloccare la commercializzazione di 26 differenti dispositivi.
La vicenda, di cui abbiamo parlato molte volte, risale al dicembre del 2012. Alla fine dello scorso anno, il giudice Koh, aveva ritenuto non ammissibile la richiesta di Apple perché, nonostante Samsung sia stata giudicata effettivamente colpevole di avere prodotto dispositivi che infrangono i brevetti di Cupertino, i legali di Apple non erano stati in grado di dimostrare che il mercato di iPhone, iPad e iPhone avrebbe sofferto un «danno irreparabile se i 26 dispositivi non fossero stati ritirati dal mercato».
Secondo alcuni osservatori, nonostante la decisione della corte di appello abbia un effetto pratico nullo, visto che praticamente nessuno dei prodotti inclusi nel dispositivo è più in commercio, la sentenza in chiave futura potrebbe essere molto preoccupante per Samsung. Le due parti stanno per entrare in un nuovo processo nel corso del quale Apple userà gli stessi argomenti usati nel corso del primo ma mettendo sul tappeto brevetti che se riconosciuti come “copiati”, potrebbero avere una incidenza molto più ampia e colpire prodotti molto recenti.
Visto che ora in seconda istanza Apple ha ottenuto un riconoscimento alle sue posizioni, in base alle quali i prodotti che infrangono un brevetto devono essere ritirati dal mercato, Samsung potrebbe vedersi costretta a sospendere la vendita di cellulari e tablet che ancora producono profitti, con un danno economico (e di immagine) molto pesante.