La Commissione Europea ha annunciato il via libera ai test anti-trust di Booking.com, esame che Italia, Svezia e Francia hanno approvato dopo aver accusato l’agenzia di prenotazioni di hotel online di pratiche anti-concorrenziali. Nell’occhio del ciclone per gli organi anti-trust dei tre Paesi è finita la “clausola di parità” che Booking.com richiede tuttora agli hotel: secondo questa clausola gli hotel devono offrire a Booking.com tariffe pari o migliori a quelle reperibili in qualsiasi altro canale online.
Una clausola non molto differente dal famigerato “modello ad agenzia” che Apple aveva imposto ai suoi partner su iBookstore, che obbligava gli editori a vendere a prezzi pari o migliori rispetto a quelli disponibili su e-book store della concorrenza; clausola che Apple ha dovuto ritirare patteggiando a seguito delle accuse da parte della UE.
Anche in questo caso la Commissione Europea e Italia, Svezia e Francia “Ritengono che queste clausole possano danneggiare la concorrenza […] temono in particolare che questo possa limitare la concorrenza fra Booking.com e gli altri agenti di viaggio on-line e che possa impedire l’ingresso sul mercato di nuove piattaforme di prenotazione”. Booking.com ha offerto a Italia, Svezia e Francia di annullare la clausola di parità, consentendo agli hotel di offrire tariffe migliori attraverso altre agenzie online; la clausola di parità resterà valida per quanto riguarda i canali diretti di prenotazione, come ad esempio il sito ufficiale dell’albergo.
Se i test daranno risultati rilevanti in termini di concorrenza, Italia, Svezia e Francia potranno accordarsi con Booking per ufficializzare queste regole.