Post PC sì, post Pc no. Da quanto Steve Jobs sul palco annunciò l’avvento della cosiddetta era post PC, in rete infuria il dibattito. Davvero con l’arrivo dei tablet è necessario rivedere la nostra concezione del personal computer ed includere le tavolette in questa categoria? Opinioni che danno in ogni caso vantaggi o svantaggi comunicativi a seconda di come vengono interpretati e presentati determinati dati.
Per esempio secondo alcuni analisti la risposta è positiva, tanto che Canalys include ormai regolarmente le vendite degli iPad nella categoria dei personal computer, decisione che proietta automaticamente Apple sul gradino più alto del podio nelle vendite viste le vendite vertiginose dell’iPad.
Di diverso avviso invece Bob O’Donnell di IDC, secondo il quale i tablet non vanno inclusi nel computo dei PC: “con tutto il rispetto per Mr. Jobs, non siamo nell’era post-PC. Siamo in quello che io chiamo l’era del PC-plus. Le persone che possiedono un PC più altri dispositivi”. Secondo O’Donnel ci sono ancora alcune caratteristiche che restano imprescindibili per un PC, fra cui la tastiera fisica e la disponibilità di applicazioni professionali.
I tablet – o anche gli smartphone – sono complementari ai PC e e possono essere perfetti insieme. L’esempio portato dall’analista di IDC è quello di Adobe “Un esempio è Adobe e le sue applicazioni touch. Sono state progettati specificamente per i tablet. Non sono pensate per sostituire le applicazioni di Adobe per il desktop, sono destinate a essere complementari”.
Prosegue O’Donnel “Finisci il tuo lavoro con un PC più potente e con un dispositivo più preciso – il mouse. Adobe è l’esempio di come sfruttare un dispositivo in ciò per cui è migliore, utilizzandolo in combinazione con un PC”. Probabilmente il dibattito sulla questione non si esaurirà molto presto, sebbene la soluzione sembra poggiare più su opinioni personali che su specifici dati di fatto.