L’uscita di Bob Mansfield dal team dirigenziale è dovuta al fatto che il responsabile del gruppo tecnologie di Apple vuole avere una maggior possibilità di concentrarsi sui progetti speciali cui sta lavorando. A dirlo a Bloomberg, che pubblica sull’evento che ha segnato il fine settimana, un esteso articolo che analizza il ruolo avuto da Mansfield nel corso degli ultimi anni, la sua rilevanza e le ragioni delle inattese dimissioni dal ruolo di vice presidente «una persona informata sui fatti ma che vuole restare anonima perché si tratta di una vicenda privata».
Secondo l’insider, non sono quindi stati dissapori o divergenze di visione a far dimettere Mansfield, ma si tratterebbe di una decisione personale e legata al ruolo principale che l’ingegnere esperto di hardware ricopre in Apple: il compito di mandare avanti incarichi su prodotti ancora in sviluppo come l’iWatch.
Nei mesi scorsi l’ex senior vice president of technologies era stato indicato come il referente di una serie di iniziative di ricerca e sviluppo di gadget di elettronica vestibile tra cui il ben noto smartwatch. Quando nell’autunno scorso Tim Cook convinse Mansfield a ritirare le dimissioni per essere collocato in pensione, oltre che offrigli il secondo più alto stipendio tra quelli percepiti dai un manager della Fortune 500, gli aveva assegnato proprio l’incarico di occuparsi dell’orologio smart.
Bob Mansfield, dice ancora Bloomberg, è stato un uomo chiave degli ultimi anni in Apple. Si è occupato delle tecnologie wireless e soprattutto della migrazione dai processori RISC ai chip Intel. A Mansfield viene attribuita anche la spinta che ha spostato l’attenzione di Intel dalla corsa dei MHz ai bassi consumi. A fine 2011 secondo il giornale finanziario, fu proprio Mansfield a mettere Santa Clara di fronte ad un aut aut: o nuovi processori a ridotto assorbimento di energia o l’addio di Apple che si sarebbe concentrata sullo sviluppo di chip della serie A, gli stessi di iPhone e iPad, anche per laptop e desktop. A giudicare dalle ultime mosse, Intel avrebbe scelto di soddisfare la richiesta di Mansfield: i nuovi chip e tutti quelli futuri, si concentreranno proprio sui consumi e molto poco sulla velocità in MHz.
Bob Mansfield ha avuto anche un ruolo nel costruire ponti tra i vari gruppi di Apple, spesso slegati uno dall’altro. Lo scontro con Scott Forstall, che secondo qualcuno aveva spinto Manfield a chiedere di essere pensionato, sarebbe intercorsa proprio sulla differente visione rispetto a quella dell’allora quasi onnipotente capo di iOS, che invece credeva proprio nei compartimenti stagni.
La sua partenza dal gruppo dirigenziale, dice Bloomberg, potrebbe non essere semplice da colmare. Dan Riccio può assumere gli incarichi di tipo tecnico, ma il rispetto e la stima di cui gode Mansfield tra i dipendenti e gli ingegneri che lavorano al settore hardware è qualche cosa che si conquista con anni e anni di lavoro.