Bob Dylan, come noto, è il Premio Nobel 2016 per la letteratura. Il genio enigmatico della musica e della letteratura contemporanea, amato da Steve Jobs in modo appassionato e quasi ossessivo, a vent’anni dalla sua prima candidatura al Premio Nobel e nella giornata in cui è scomparso Dario Fo (Nobel 1997) ha ricevuto il premio più prestigioso al mondo. Il menestrello del rock – nato in Minnesota il 24 maggio 1941 all’anagrafe Robert Alan Zimmerman – ha scritto canzoni evocative, enigmatiche, di un fascino inenarrabile, con metafore e figure retoriche che hanno segnato la storia della musica pop folk e rock e la storia della letteratura per sempre, da “How many roads must a man walk down | Before you call him a man?” a “When you got nothing, you got nothing to lose”, da “Don’t ask me nothin’ about nothin’, I just might tell you the truth” a “You know sometimes Satan comes as a man of peace”.
La motivazione dell’accademia di Svezia: “Ha creato nuove espressioni poetiche nella grande tradizione musicale americana”. L’annuncio è arrivato anche con un tweet. E allora non resta che fermarsi, per riascoltarle quelle espressioni poetiche che hanno detto molto alla storia di ciascuno che ha amato la sua musica, giovani di ieri e di oggi.
E tra i giovani di ieri non si può non ricordare Steve Jobs. Una vera passione, quasi un’ossessione quella di Jobs per Bob Dylan. In un’intervista a Peter Burrows di BusinessWeek riportata qui da Macity, Jobs ha dichiarato che era Dylan il suo artista preferito di sempre: “Mi sto sforzando di ascoltare un po’ più della roba di oggi. Non avevo mai sentito l’hip-hop e in qualche modo mi ero fatto una pessima opinione di quella musica. Adesso non posso dire che mi piaccia tutto, ma ho trovato gente che ha qualcosa da dire, molto di più che chiunque altro dai tempi di Bob Dylan negli anni Sessanta. E Dylan è il mio artista preferito di sempre. L’ho incontrato una volta, ed è stato uno dei momenti più importanti della mia vita”.
Bob Dylan fu anche protagonista di uno spot iTunes, quelli della “seconda serie” delle silhouettes (che presentavano cantanti e ebbero protagonisti anche gli U2). Dylan, che non ha grande simpatia per la musica degli anni 2000 e dei suoi sistemi per consumo e distribuzione, venne utilizzato da Apple per pubblicizzare la vendita di musica digitale, gli iPad e di contro Dylan ebbe visibilità per il suo lavoro di allora, “Modern Times”