Phil Zimmermann, creatore del software di crittografia e firma digitale PGP, è uno dei progettisti del BlackPhone, uno smartphone da 4,7″ che vanta un processore quad-core NVIDIA Tegra 4i ARM Cortex-A9 a 2GHz, 1GB di RAM, fotocamera da 8 megapixel, Bluetooth, batteria da 2000mAH e 16GB di storage. Il sistema operativo è una versione custom di Android 4.4 KitKat denominata PrivatOS che offre la peculairità di prevede funzioni per cifrare chiamate, testi, mail non decifrabili da terzi. È anche possibile collegarsi a SpiderOak, servizio cifrato di cloud storage.
A detta dei progettisti, lo smartphone integra meccanismi specifici in grado di resistere anche ad eventuali attacchi malware, pensati per gli utenti preoccupati della sempre maggiore invasione di tali attacchi sulla piattaforma Android.
Il dispositivo dovrebbe arrivare sul mercato a giugno a un prezzo previsto di 629$ e società presenti nell’elenco Fortune 50 avrebbero già pre-ordinato molti telefoni per proteggersi dallo spionaggio industriale. Target del prodotto sono anche agenzie governative, ambienti militari e altri clienti che per vari motivi hanno la necessità di usare dispositivi protetti.
Zimmermann è noto per aver per primo reso accessibile a tutti la cifratura asimmetrica, detta anche a chiave pubblica. Una scelta che lo rese bersaglio d’indagine da parte della US Customs, accuse ritirate dal governo all’inizio del 1996. Zimmermann si batte da anni per la privacy: “Già nel 1995 avrei voluto fare chiamate cifrate, ma la tecnologia non era disponibile” ha dichiarato. I telefoni che sfruttano sistemi cifrati non sono novità assolute e prodotti del genere sono in uso ad esempio nelle forze armate di tutto il mondo. Secondo Zimmermann i prodotti visti finora sono però grandi, goffi, complessi da utilizzare, limitazioni superate da BlackPhone.