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BitMicro: dischi a stato solido da 1,6 Terabyte

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Resistono agli urti e alla fatica. Consumano poco. Sono super-stabili e infatti amati dai militari o da chi opera in situazioni estreme. Sono i dischi allo stato solido, fatti da bancate di memoria flash (Nand, come quella delle chiavette Usb) che vanno a sostituire in prospettiva gli hard disk. Gli unici problemi che sinora li limitano non sono però limitati al prezzo (esagerato, come dimostrano i quasi tremila euro per la versione a 64 GB di solid state del MacBook Air).

In effetti, anche la velocità  di scrittura, ancora non competitiva con i migliori dischi, e soprattutto la relativamente più breve durata delle celle di memoria rispetto ai cluster della superficie del disco stanno rendendo un po’ troppo alta l’aspettativa rispetto alle reali possibilità  delle memorie flash. Un discorso è un iPod, dove letture e scrittura si contano nell’arco delle centinaia per settimana, e invece un disco da sistema operativo, dove solo la memoria di swap può scrivere alcune decine di migliaia di volte l’ora.

Il punto è che, avendo mercato e volontà  a disposizione, tutti i problemi tecnologici si risolvono, le dimensioni aumentano e i prezzi calano. Dal punto di vista dei prezzi, anche grazie alla super produzione mondiale richiesta per gli iPod, qualcosa si sta cominciando a fare. Ma non è niente rispetto a quello che invece sta succedendo dal punto di vista delle dimensioni. Prima la serie Altima di BitMicro con il suo E3S320 ha battuto la barriera psicologica del terabyte in un singolo contenitore di memoria pari a un disco da 3,5 pollici. Poi l’evoluzione delle interfacce dedicate al disco, da quelle fibre channel per server a quelle Scsi, utilizzata ancora e molto bene in ambiente professionale. E adesso BitMicro arriva con il modello da 1,6 Terabyte, il cui prezzo non è ancora stato annunciato ma la cui densità  di lascia immaginare cifre proibitive ed usi di élite. Disponibile però con non solo con fibre channels e Scsi ma anche SAS e Serial Ata, quindi alla portata praticamente di tutte le macchine moderne.

L’esordio non a caso è avvenuto ad una fiera californiana specializzata nelle tecnologie per il settore della Difesa, cioè i militari. E in quest’ambito possiamo ben immaginare che un supporto di memoria senza parti in movimento, quindi niente attrito e niente errori per vibrazioni o urti, sia decisamente interessante. Poco si sa anche delle specifiche, se non che si parla di lettura a 230 Mb al secondo. Come che sia, ci vorrà  ancora un bel po’ di tempo prima di avere questi tagli di memoria sui nostri MacBook Air.

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