Per il momento sembra proprio che Microsoft abbia fatto bene a scommettere molto sull’intelligenza artificiale AI: secondo i dati raccolti dalla società di analisi Similarweb infatti il volume di ricerche online effettuate con il motore di ricerca Bing di Redmond appare in continua crescita e di conseguenza quello di Google, che da decenni domina incontrastato un mercato da 120 miliardi di dollari l’anno con una quota superiore all’80%, è in leggero calo.
Le percentuali precise sono di un +15,8% per Bing e un -1% per Google (dal 7 febbraio al 20 marzo), che rimane comunque ovviamente il leader incontrstato dei motori di ricerca.
La crescita è cominciata quando è stato introdotto ChatGPT-4 su Bing, che già alcuni esperti si sono affrettati a definire come “il momento iPhone” dell’AI, anche se obiettivamente è forse un po’ troppo presto per poterlo affermare con certezza.
È comunque innegabile che le funzioni di intelligenza artificiale di OpenAI come ChatGPT, il modello di ultima generazione GPT-4, e la loro integrazione nelle ricerche di Bing oltre che nel browser Microsoft Edge, abbia attirato su questi strumenti e servizi Microsoft una attenzione degli utenti che non si era mai registrata in anni e anni di esistenza, per lo più sottotono precedente.
Non c’è dubbio che sia il “co-pilota” ad attirare un numero considerevole di nuovi utenti, come d’altronde veniva già segnalato a inizio mese dalle statistiche di Microsoft con il raggiungimento dei 100 milioni di utenti attivi per la prima volta nella storia di Bing.
Insomma, nell’ottica di allontanare gli utenti dal dominio di Google, Microsoft starebbe facendo progressi. Come svelano i numeri raccolti da Gil Luria, analista di DA Davidson & Co, ciò si starebbe riflettendo anche nei download delle rispettive app, che tra il 5 febbraio e l’11 marzo sono cresciuti di otto volte per quella di Bing e scesi di circa il 2% per l’app di Google.
Bing chi? Per Google non c’è da scherzare
Per Google l’1-2% in meno ancora non spaventa, tanto più che ha appena lanciato in anteprima Bard, l’antagonista di ChatGPT nel mondo delle intelligenze artificiali generative.
Tuttavia per Microsoft invece è un numero considerevole di persone: se poi questa percentuale si dovesse convertire a Bing, allora – dice l’analista – sarebbe «materialmente vantaggioso» perché al momento Bing «ha meno di un decimo della quota di mercato di Google».
Il sempre brillante Satya Nadella aveva previsto anche questo: non importa se Ai e GPT rivoluzioneranno o meno le ricerche su Internet. Ma per la prima volta in decenni Microsoft ha colto di sorpresa Google colpendo dove fa più male.
Già da sola questa mossa è un evento non di poco conto e se in più nella strada Microsoft riuscirà anche solo a scalfire pochi punti percentuali nell’oceano sterminato delle ricerche e delle pubblicità online di Big G, si tratterà comunque di un immensa crescita percentuale in un business planetario dover finora la multinazionale di Windows ha inciso poco o nulla.
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