Un bambino di sei anni ha speso più di 16000 dollari per comprare i potenziamenti nel videogioco Sonic Forces per iPad. Non è la prima volta che succede una cosa del genere e non è neppure la spesa più grande fatta in questo modo (ricordate il ragazzino che ne spese quasi 46.000 in Game of War?), ma sono le dinamiche con cui i genitori ne sono venuti a conoscenza che rende tutta la vicenda particolarmente curiosa.
Innanzitutto, è successo sotto il naso della madre che, per via del coronavirus, ha continuato il suo lavoro di agente immobiliare da casa. I primi acquisti sono cominciati a luglio, con piccole spese da 1,99 dollari per il pacchetto più economico di anelli rossi passando poi per i 99 dollari necessari per acquistarne abbastanza per poter comprare facilmente il premio più succulento, gli anelli d’oro. In questo modo il ragazzino poteva giocare con personaggi più forti e ottenere diverse migliorie nel gioco, nel frattempo già il 9 luglio la madre registrava sulla sua carta di credito 25 addebiti per un ammontare complessivo di oltre 2.500 dollari.
Quando la madre si è accorta che Apple e PayPal stavano prelevando somme importanti – 562 dollari qua, 601 dollari là – dalla sua carta di credito, ha pensato che fosse un errore o una frode. Così ha chiamato la banca, confusa da queste spese visto che il modo in cui questa tipologia di spesa veniva raggruppata e categorizzata dal sistema non rendeva chiaro che si trattasse di un videogioco. Nel frattempo, gli acquisti continuavano ad aumentare. A fine luglio, quando si decide a presentare un reclamo per frode, la spesa complessiva ammontava a 16.293,10 dollari.
La risposta della banca è arrivata solo ad ottobre, ma almeno chiariva la situazione: non c’era nessuna frode in atto, i pagamenti erano tutti regolari e doveva contattare Apple per saperne di più. Ed è proprio con la lista degli acquisti fornita da Apple che viene finalmente trovato il bandolo della matassa: l’icona dell’app Sonic è bastata per capire che si trattava del suo secondogenito.
Purtroppo però i soldi ormai sono persi, perché – spiega – Apple doveva essere contattata entro 60 giorni da quando è stato presentato il reclamo. «Se non l’ho fatto prima è perché la mia banca mi ha detto che probabilmente si trattava di una frode».
La donna ha ammesso di non aver attivato il sistema di protezione fornito da Apple in quanto «Non sapevo che esistesse. E’ ovvio che se l’avessi saputo non avrei certo permesso a mio figlio di spendere più di 16000 dollari per comprare anelli virtuali. Questi giochi sono fatti apposta per convincere i bambini a comprare cose. Quale adulto spenderebbe anche soltanto 100 dollari per una cassa di monete d’oro finte?» aggiunge.
Ma il bello arriva adesso. La donna ritiene che alla fine di tutto la colpa sia di Apple «Mio figlio non sapeva che stava spendendo soldi veri. Come potrebbe? Sta giocando a un videogioco dove ci sono dentro dei cartoni animati, all’interno di un mondo che è tutt’altro che reale. Perché i soldi dovrebbero essere reali per lui? Serve un salto cognitivo per capirlo». «Bene: ti ripagherò, mamma» le ha detto il figlio quando gli è stato spiegato cos’era successo «E come potrebbe» commenta la madre «Se gli do 4 dollari per pulire la sua stanza? Magari tra quindici anni, quando avrà il suo primo lavoro».
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