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“Bimbi e hi-tech? Si può fare: le app sono una risorsa educativa” intervista Kidzinmind

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Genitori e nuove tecnologie possono essere dei validissimi alleati, a patto che tablet e smartphone non diventino utilizzati come baby sitter e che le app per i bambini vengano scelte con attenzione e con degli obiettivi ben precisi. Per affrontare l’argomento “Bambini e hi-tech” in un momento come quello della fine della scuola, in cui mamme e papà si interrogano su come far trascorrere il tempo a casa ai propri bambini, Macity ha intervistato Lucia Predolin di Kidzinmind, che dopo aver ottenuto il riconoscimento come migliore app nella categoria Family – Friendly, assegnato da The Mom’s Choice Awards, è ritornata sullo Store con un’applicazione tutta dedicata ai più piccoli utilizzatori di smartphone e tablet, agli album di sticker che – digitali e non – vanno di moda e ad uno dei personaggi dei cartoni animati da loro prediletti, il tenerissimo Topo Tip.

Crescere i propri figli nell’era digitale tra libri e app. Quali sono le difficoltà che individuate nell’educazione dei più piccoli nell’era digitale?

In un contesto in cui la tecnologia è sempre più presente nella vita di tutti i giorni, a nostro avviso il rischio primario è quello legato alla tipologia dei contenuti con cui i nostri bambini vengono in contatto. Sempre più spesso si trovano app per bambini che contengono non solo un linguaggio e contenuti non consoni alla loro piccola età ma anche che includono advertising, link esterni alla app e acquisti sui quali noi genitori non possiamo avere un controllo a 360°. In generale bisognerebbe prima di tutto selezionare le app a cui vogliamo che i nostri bambini abbiamo accesso, controllare che siano adeguate alla loro età, che non contengano adv o in app purchase: solo al quel punto avremo la quasi totale certezza che stiamo utilizzando uno strumento sicuro.

Qual è l’impatto che la tecnologia ha sulla vita dei più piccoli, in particolare di quelli che sono abituati – e oggi sono sempre di più – ad avere a che fare, oltre che con il computer, con smartphone e tablet? Quali difficoltà si incontrano? Quali invece sono le conseguenze positive?

I piccoli nativi digitali sono sempre di più attratti da questi tipi di device, soprattutto se vedono i genitori utilizzarli. È una questione di emulazione abbastanza fisiologica. La difficoltà in questo senso sta del dare il giusto equilibrio alle cose. È fondamentale scegliere app che non solo siano uno strumento di intrattenimento, un mero passatempo, ma che aiutino sia il genitore a gestire le situazioni di quotidianità che potenzialmente possono causare momenti di “tensione”, sia il bambino risolvere quei piccoli problemi che si possono presentare durante la giornata: imparare a lavarsi i denti, imparare ad assaggiare i nuovi cibi che vengono proposti o che ad una certa ora si deve andare a fare la nanna. Molte applicazioni presenti sul mercato vengono studiate appositamente con il supporto di psicologi e pedagogisti per incrementare nei piccolini le capacità percettive e sensoriali, la creatività la sicurezza.

 

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Che suggerimenti si possono dare ai genitori hi-tech dei piccoli nativi digitali per quanto riguarda l’utilizzo degli strumenti informatici e la fruizione di contenuti digitali? In che modo la tecnologia può essere un aiuto per le mamme e i papà nell’educazione dei bambini? Quali sono, secondo voi, i criteri per scegliere l’app giusta per il proprio bambino?

Oltre agli accorgimenti di cui sopra, sicuramente un tablet studiato appositamente per i bambini sarebbe ideale, anche se ci si deve poi scontrare con la scarsità dell’offerta di contenuti. Il tablet di “famiglia” risulta essere il giusto compromesso tra device ad hoc e lo smartphone di mamma o papà. L’intrattenimento con finalità educative ben precise deve essere, a nostro avviso, incoraggiato. Pensiamo a tutte quelle app che stimolano le abilità di integrazione cognitiva, di apprendimento e di stimolazione sensoriale. Quando queste prerogative vengono meno e si utilizza la nuova tecnologia come strumento “babysitter” allora qualche domanda in più dovremmo farcela.

Che consiglio volete dare, invece, agli sviluppatori e agli editori che si occupano di prodotti per l’infanzia? Il futuro è nelle app, nei libri o in entrambi? Quanto contano le consulenze con professionisti dell’educazione?

Certamente sviluppare un’app o comunque un contenuto video o ebook con il supporto di pedagogisti e psicologi infantili e dell’adolescenza è un valore fondamentale. Nella società di oggi, dove spesso l’apparire perfetti è più importante dell’essere se stessi, si usano sempre più le tecnologie come surrogato educativo più che come un mezzo per raggiungere un fine ben preciso. Sarebbe opportuno, riuscire a ponderarne l’uso dato che proprio dalla tecnologia può arrivare un valido aiuto per sviluppare ulteriormente l’apprendimento e l’intelligenza. Contemporaneamente è sempre bene continuare a proporre attività “in vivo”, di manipolazione sensoriale e di gioco simbolico tenendo bene a mente che i bambini, così come noi adulti, sono “animali sociali” e nulla può sostituire lo scambio interpersonale e l’esperienza fatta nel mondo. Sarebbe opportuno, riuscire a ponderarne l’uso dato che possono essere dei validi aiuti per sviluppare ulteriormente l’apprendimento e l’intelligenza.

KidzInMind è una hub-app che contiene una selezione di app e contenuti digitali come video ed eBook pensata appositamente per bambini in età prescolare (da 1 a 6 anni). Lanciata a luglio del 2014, mette a disposizione dei genitori una selezione di applicazioni che aiutano i bambini a crescere e divertirsi in sicurezza. KidzInMind è nata dall’idea di un gruppo di genitori con l’esigenza comune di guidare in modo costruttivo la relazione dei figli con la tecnologia.

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