Il co-fondatore di Microsoft, Bill Gates, ritiene un errore giudicare tutte insieme le grandi aziende del mondo IT. Il riferimento è al rapporto antitrust del Congresso Usa, uno studio che ha portato a stilare un report di 449 pagine dalle cui base dovrebbero nascere riforme contro lo strapotere di Amazon, Google, Apple, Facebook.
«Indubbiamente lo scrutinio è importante», ha riferito Gates durante una intervista nell’ambito del GeekWire Summit che si è svolto giovedì 15 ottobre. «Queste aziende stanno plasmando le comunicazioni, il commercio – e i politici devono pensare: “Okay, quali sono le regole qui? Penso che sia un peccato avere raggruppato le aziende insieme, giacché ci sono così tante questioni diverse”.
Apple è ad esempio sotto esame per le policy che riguardano l’App Store, mentre l’attenzione su Google riguarda il suo monopolio nel settore delle ricerche e dell’advertising.
Tutte le aziende sotto osservazioni condividono un’arena operativa in generale ma l’ombrello sotto il quale operano è vasto, e in alcuni casi si sovrappone con i tradizionali mercati. I problemi oggetto delle indagini sono altamente specifici e spesso non applicabili all’intero settore del mondo IT. Ciononostante, legislatori e funzionari governativi che si occupano di antitrust hanno esaminato le aziende tutte insieme, come se fossero una singola entità, senza distinzione.
“Se vogliono fare sul serio”, dice ancora Gates, devono concentrarsi su ciascuna, indicare le problematiche e poi discuterne”.
La Casa di Cupertino – con una dichiarazione rilasciata alla stampa – ha fatto sapere di essere “fortemente in disaccordo” con le conclusioni indicate nel report per ciò la riguarda, sottolineando di non detenere una quota dominante di mercato nelle varie categorie di app in cui opera. In futuro Apple ha intenzione di indicare in dettaglio perché contesta i risultati dell’organo parlamentare
Nel rapporto antitrust con il giudizio sui big del mondo IT si parla senza mezzi termini di manopolio, paragondando Amazon, Google, Apple, Facebook ai vecchi baroni del petrolio, spiegando che queste aziende si sono ormai trasformate “nel genere di monopoli che per l’ultima volta abbiamo visto nell’era dei baroni del petrolio e dei magnati delle ferrovie”. C’è una sola azienda che al momento non è sotto l’occhio del ciclone della commissione ed è Microsoft.