Esistono varie ricette per risolvere la spirale di crisi nella quale stanno precipitando i grandi gruppi editoriali di tutto il mondo a causa delle nuove tecnologie e dei cambiamenti sociali che comportano. Alcune sono più intelligenti di altre. Quella scelta dal gruppo Bild-Zeitung è se non altro particolare: bloccare l’accesso ai contenuti del proprio sito per chi non paga, ma solo per una piattaforma.
In pratica se si è possessori di un iPhone e si vuole accedere alla versione online del giornale, non si può farlo utilizzando Safari (il browser dell’iPhone, come tutti i browser “dichiara” al server da quale tipo di dispositivo e quale versione utilizza) ma solo l’applicazione a pagamento. La cosa singolare, però, è che se si usa un Nokia, un Blackberry, un Android o un qualsiasi altro telefonino, l’accesso rimane possibile. Almeno, sino a quando non saranno pronte le applicazioni per le rispettive piattaforme.
In questo caso il ruolo attribuito ad iPhone è quello di fungere da porcellino d’India, consentendo all’editore Axel Springer di testare se l’applicazione da 79 centesimi di euro consenta di costruire un modello completamente nuovo di interazione. à un approccio singolare, dato che il 50% del traffico da dispositivi mobili su Web viene generato da iPhone e quindi Axel Springer si sta praticamente privando di un mercato più che promettente. In futuro è previsto che la stessa cosa accada per il giornale di qualità del gruppo, Die Welt. Il sito Bild.de ha 5,6 milioni di utenti unici e 1,36 miliardi di pagine viste al mese. à il secondo del mercato tedesco, subito dietro allo Spiegel, con una differenza certificata di circa 20mila utenti unici. Anche da questo punto di vista, la mossa del blocco può rivelarsi molto dannosa.
Da notare che anche in Italia accade qualcosa del genere: grandi giornali che hanno creato applicazioni gratuite o a pagamento come Corriere e Repubblica, “forzano” l’entrata via Safari a una versione delle pagine molto differente da quella raggiungibile da un computer desktop o portatile. Un primo tentativo dalle nostre parti di cominciare la transumanza dei lettori verso piattaforme tutte a pagamento?