Apple fa il record di profitti su scala globale, ma il bilancio Apple Italia chiude il 2012 in perdita. Questo quel che si apprende da alcuni dati raccolti dall’agenzia ANSA menzionati da testate nazionali.
Secondo il bilancio dell’azienda, a provocare il rosso sono i conti degli Apple Store. I 12 punti vendita attivi a fine 2012, hanno incassato molto (250 milioni di euro le vendite, poco meno del doppio del 2011 quando il fatturato è stato di 127 milioni di euro), ma registrano una perdita per 11,5 milioni di euro. La notizia è poco sorprendente perché fin dall’inizio dell’attività di Apple Retail Italia, con Roma Est, Apple ha praticamente sempre chiuso in perdita nell’esercizio dei suoi store per il particolare sistema gestionale e logistico. Apple Retail Italia, la filiale che si occupa della gestione dei negozi, compra infatti i suoi prodotti dalla filiale Irlandese alla quale versa una ingente quantità di denaro (196,5 milioni in acquisti di materiale); è quindi questa ultima ad avere un profitto in un paese dove ha negoziato una aliquota di circa il 2%, mentre in Italia, dove l’aliquota sarebbe di molto superiore, la perdita causa un credito fiscale pari a 2,5 milioni di euro.
Chi guadagna nel nostro paese è Apple Italia che “lavora” per Apple Distribution Ireland. In questo caso la società irlandese affida alla filiale italiana il compito di supportare vendite e marketing determinando un profitto di 10,7 milioni di euro per la società italiana su un fatturato meno di 30 milioni di euro. Apple Italia versa così al fisco italiano 5,5 milioni di euro.
Complessivamente il lavoro di Apple sul territorio italiano vale, dunque, 3 milioni di euro in imposte, una cifra che non si può definire irrilevante, ma se a Apple fosse impedito (come stanno progettando di fare diversi paesi europei) di trasferire i profitti dove la tassazione è più favorevole, lasciando le perdite dove il fisco è più esoso, certamente l’erario italiano ne beneficerebbe enormemente. Lo schema, ovviamente perfettamente legale ma non facilmente digeribile da parte dei paesi che come l’Italia si vedono sfuggire da sotto il naso un significativo versamento fiscale, è stato al centro delle contestazioni del senato USA che accusa Apple di elusione.
Apple, in ogni caso, non è la sola azienda che può essere messa nel mirino. Anzi, la Mela è probabilmente uno dei maggiori contribuenti nel mondo hi-tech, visto che, come sottolinea Huffington Post, da Apple, Google, Facebook e Amazon ha raccolto in tutto 6 milioni di euro di cui la metà arriva appunto da Apple.