Poche cose eguagliano il semplice piacere di una pedalata, che, peraltro, rappresenta anche un sistema molto pratico per spostarsi. Ma l’utilizzo della bicicletta può diventare un’impresa in aree urbane trafficate, dove i pendolari devono spesso attraversare la città da un capo all’altro e fare i conti con il costante incremento dei furti.
Ad agevolare la mobilità sono state le biciclette pieghevoli, sempre più diffuse grazie all’integrazione con auto e trasporti pubblici. Il progetto Bike Intermodal, finanziato dall’UE, ha messo a punto un prototipo inedito di bicicletta pieghevole, che pesa solo 7,5 kg e può essere riposta in un contenitore di appena 50 x 40 x 15 cm, facile quindi da sistemare in casa, trasportare o semplicemente appoggiare nell’angolo di un ristorante, un bar o un cinema. Le singole parti di cui è fatta la bicicletta sono riciclabili al 100%, garantendo un ciclo di vita ecologico: dalla produzione, all’uso, fino al riutilizzo.
Ogni anno si producono 135 milioni di biciclette, di cui il 2% circa pieghevoli. Bike Intermodal si discosta tuttavia dalla classica filiera ciclistica, avvicinandosi di più al modello dell’automotive. “Abbiamo puntato sulla massima robustezza del prodotto limitando il numero di componenti e utilizzando i materiali più resistenti e, al tempo stesso, più leggeri, come il magnesio” dice Alessandro Belli di Tecnologie Urbane, fra i partner principali del progetto e fondatore della start-up nata da questa idea. “Ogni parte viene testata, tracciata e può essere riciclata. Il processo si focalizza su controllo qualità, tracciabilità del ciclo di vita del prodotto e attenzione per l’ambiente”, sottolinea ancora Belli.
Al centro della “bicicletta intermodale” vi è un telaio pretensionato che si apre e si chiude come il carrello di atterraggio di un aereo, realizzato in alluminio pressofuso o magnesio e cavi nautici. La start-up sta anche valutando la possibilità futura di utilizzare grafene per rinsaldare e alleggerire ulteriormente la struttura. Un motore progettato ad hoc da Maxon Motor (azienda di proprietà della famiglia BRAUN), partner del progetto, potenzia la mobilità senza aggiungere pesi eccessivi. Anche con il motore, la bicicletta pesa circa la metà di un modello pieghevole paragonabile ma senza tecnologia power-assist e occupa circa un quinto dello spazio.
Peso e dimensioni della bici sono stati ottimizzati grazie a studi sul campo ideati dall’Università di Firenze e realizzati dai partner ATAF e LPP, aziende di trasporti pubblici nelle città di Firenze (Italia) e Ljubljana (SIovenia). Tali studi, basati su questionari e test con modelli pieghevoli competitivi e condotti su un campione di lavoratori, pendolari giornalieri a vario titolo e studenti, hanno contribuito a comprendere quali fossero gli elementi necessari per massimizzare la facilità di utilizzo del prototipo.
Il progetto Bike Intermodal ha ricevuto un finanziamento di 1,58 milioni di euro dall’Unione Europea. Dal completamento del progetto, la start-up ha ottimizzato sia il design sia il processo produttivo della bicicletta che è ora pronta con un prototipo commercializzabile. L’azienda sta trattando con una serie d’investitori e con alcuni importanti attori del settore automobilistico per inserire questo prototipo nel mercato. Il dott. Belli stima che quando il prototipo sarà ultimato e ottimizzato, la bicicletta costerà 800 euro, nella versione senza motore e 1.300 euro per il modello con motore. Il costo del modello base, con la versione a scatto fisso (quelle con un solo ingranaggio fissato, per l’appunto, al mozzo della ruota posteriore) potrebbe scendere a 500 euro. Considerando che più di due terzi della popolazione europea vive in città e che tale percentuale è destinata ad aumentare, il potenziale di questo mercato è considerevolmente elevato.