La casa di Wetzlar ripresenta sotto la storica sigla della versione compatta della telemetro M a pellicola una nuova macchina fotografica basata su sensore APS-C che condivide la stessa baionetta L con la sorella TL (APS-C) e con la sorella maggiore SL (full frame). Quindi, il sistema con baionetta L di Leica diventa una famiglia ancora più interessante con un nuovo prodotto dalle forme iconiche e con un contenuto tecnologico di tutto rilievo a partire dalla capacità di risolvere le immagini come una full frame.
Cominciamo dalla novità più generale: la Leica CL. Leica con enfasi la definisce “Vera grandezza”, cioè “la fotocamera che ridefinisce i formati fotografici”. Soprattutto, la macchina fotografica costruita “nella tradizione di Oskar Barnack”. Ha un sensore da 24MP in formato APS-C, il processore Maestro II, e un sistema autofocus velocissimo con 49 punti di misurazione a rilevamento di contrasto.
Secondo Leica offre risultati al di sopra di qualsiasi altra fotocamera di pari formato e compete ad armi pari con la maggior parte delle fotocamere full frame, ridefinendo di fatto il concetto stesso di formato fotografico. Tra poco vedremo perché, ma si tratta di un argomento più tecnico. Un’altra delle caratteristiche peculiari della nuova Leica CL è il mirino elettronico integrato EyeRes da 2.36 milioni di pixel. Una risoluzione minore al mirino della full frame Leica SL da più di 4 milioni di pixel, ma pensato per restituire una immagine di grande dimensione (fattore di ingrandimento 0,74x) in maniera “comoda” per l’occhio e con regolazione +/- diottrie e 20mm di estrazione pupillare per facilitare chi ha gli occhiali o vede poco bene).
La storia della CL
Tutto questo perché il geniale inventore che agli inizi del XX secolo progettò la prima macchina fotografica a pellicola 24 x 36 (il fotogramma della pellicola cinematografica), era ispirato dalla ricerca della massima compattezza, immagine senza compromessi grazie a ottiche di qualità superiore. Leitz, come allora si chiamava l’azienda (il nome Leica è la crasi di LEItz CAmera), aveva decenni di esperienza nell’ottica di precisione per canocchiali e microscopi e riuscì a realizzare una macchina fotografica di piccolo formato ma capace di una risoluzione (cioè di cogliere millimetriche differenze tra righe bianche e nere appaiate) allora raggiungibili solo da sistemi medio formato o banchi ottici.
Da quella tradizione è nata prima la Leica Terza o Leica a vite (dal tipo di montatura degli obiettivi) e poi nel primo dopoguerra l’icona serie M a telemetro, con la baionetta ancora adesso utilizzata in piena compatibilità dalle moderne M digitali. Accanto a questa macchina, nel tempo Leica ha sviluppato altre compatte, prima a pellicola e adesso ovviamente digitali. Negli anni più recenti l’azienda ha studiato con attenzione una tipologia di nuova baionetta che fosse ancora più efficiente di quella della serie M per una nuova generazione di corpi digitali mirrorless con formati multipli, full frame e Aps-C. Leica ha iniziato con la compatta T, sensore APS-C, poi rinnovata l’anno scorso nella nuova TL. E nella full frame dalle prestazioni maiuscole SL. Tutte queste macchine utilizzano la stessa baionetta L, con l’accortezza che gli obiettivi a focale fissa o zoom possono essere utilizzati su tutti i corpi previ aggiustamenti di risoluzione (gli obiettivi APS-C sulla full frame SL hanno una lunghezza focale differente e il numero di megapixel scende perché il cerchio di confusione è più piccolo del sensore 24 x 36.
Una risoluzione superiore
Arriviamo alla macchina appena presentata a Milano e in contemporanea nei Leica Store di tutto il mondo. La Leica CL e gli obiettivi con baionetta L (vecchi e nuovi) hanno un potere di risoluzione superiore alla media. Cioè che arriva a distinguere ben 60 coppie di righe bianco/nero per millimetro, anziché le classiche 40. Questa maggiore capacità di mettere a fuoco con chiarezza, cioè “risolvere” la differenza di contrasto è praticamente unica sul mercato e non appartiene solo agli obiettivi nuovi per la Leica CL ma anche ai precedenti. Cosa vuol dire: la Leica CL e i suoi obiettivi, grazie anche al software e al processore Maestro II, sono in grado di dare una risoluzione maggiore e più nitida a quello che inquadrano. Questo spiega perché, chi ha provato la Leica SL un anno e mezzo fa, continuava a segnalare la qualità “da medio formato” delle sue immagini con i nuovi obiettivi. E questo spiega perché la nuova CL è in grado di scattare a qualità analoga a una full frame pur se con una immagine fisicamente più piccola (di 23,6 x 15,7 mm anziché 36 x 24 mm). Il terzo di differenza viene compensato dal 33% in più della capacità di risolvere una coppia di righe per millimetro: 60 contro le canoniche 40.
Da questo punto di vista la Leica CL è costruita per oltrepassare le aspettative del fotografo. La forma ribassata si manifesta con calotta minimalista: due ghiere senza indici, tre pulsanti e il selettore di accensione e pulsante di scatto sopra, con mini-display LCD per avere sempre una indicazione anche a display spento di tempi e diaframmi. Sul retro della macchina, tre pulsanti a sinistra dello schermo e la classica croce più pulsante sullo schermo a destra. È l’impostazione della Leica M10, con schermo da 3 pollici a 1 megapixel ma touch e capace di mettere a fuoco e scattare con la punta di un dito. Il Wi-Fi e l’app per iOS e Android consentono di guidare a distanza la macchina.
Le caratteristiche tecniche
Il sensore Cmos Aps-C da 24 megapixel abbiamo detto che scatta DNG, JPG o DNG + JPG per le immagini con risoluzione DNG: 6.016 x 4.014 Pixel (24 Megapixel), JPEG: opzionale 6.000 x 4.000 Pixel (24 Megapixel), o 4.272 x 2.856 Pixel (12 Megapixel), o 3.024 x 2.016 Pixel (6 Megapixel). Per il video 3.840 x 2.160 p (4K) 30 fps, 1.920 x 1.080p (FHD) 60 fps, 1.920 x 1.080 p (FHD) 30 fps o 1.280 x 720 p (HD) 30 fps. Registra fino a 29 minuti di video (dipende dalla temperatura di ambiente o dell’involucro) e con file al massimo da 2 GB che vengono comunque continuati in nuovi file. Utilizza Schede di memoria SD/SDHC/SDXC, multimedia card, supporto allo standard UHS II.
Come abbiamo visto adopera obiettivi con baionetta Leica L, ma è compatibile con obiettivi Leica M/R tramite adattatore Leica M per L/adattatore Leica R per L. La gamma degli obiettivi Leica TL, con lunghezze focali che vanno dai 17 ai 200mm (in termini equivalente al 35mm) garantiscono una qualità costante e permettono di affrontare contesti creativi molto differenti, partendo dai tre zoom – il Super-Vario-Elmar-TL 1:3.5–4.5/11–23 ASPH., il Vario-Elmar-TL 1:3.5–5.6/18–56 ASPH. e l’APO-Vario-Elmar-TL 1:3.5–4.5/55–135 ASPH. – e arrivando alle quattro ottiche fisse – il Summicron-TL 1:2/23 ASPH., il Summilux-TL 1:1.4/35 ASPH. e l’APO-Macro-Elmarit-TL 1:2.8/60 ASPH., oltre al nuovo obiettivo “pancake” Elmarit-TL 1:2.8/18 ASPH., che con i suoi 20,5mm di lunghezza e i suoi 80g di peso è l’obiettivo APS-C più piccolo e leggero sul mercato oggi, ed è progettato per essere utilizzato senza paraluce. Oltre che con le proprie ottiche TL, la Leica CL come abbiamo visto è compatibile con tutte le ottiche SL, e – attraverso gli appositi adattatori – con quasi tutte le ottiche Leica M e R.
Lo scatto
Le immagini che vengono acquisite dal sensore APS-C hanno una gamma dinamica di 14 stop, con ISO da 100 (ISO base) a ISO 50.000 e messa a fuoco a rilevamento di contrasto con modalità punto singolo, multi-zonale, spot, rilevamento volto, touch AF. L’esposizione può essere misurata in modo multi-zonale, ponderata al centro, spot e ha una compensazione di tre stop in più o in meno con incrementi di 1/3 di stop (EV).
Scatto da 30 secondi a 1⁄25.000 di secondo (fino a 1⁄8.000 di secondo con otturatore meccanico, oltre con otturatore elettronico), bracketing da tre fotografie scalate fino a +/- 3EV, regolabili in incrementi di 1⁄3 EV. Velocità massima di circa 10 fps con otturatore meccanico/elettronico, fino a 33 fotografie (DNG+JPG) oppure 140 fotografie (solo JPG) alla massima velocità, e comunque poi in base alle proprietà della scheda di memoria.
Accessori
La batteria è la stessa della Leica Q (7,2 V, 1200 mAh), che però qui dura di più (si può arrivare al triplo degli scatti secondo Leica ma usando il solo mirino e cioè senza display, che consuma di più). La scocca della macchina è in alluminio con rivestimento in ecopelle e componenti in magnesio. Arriveranno, oltre alla cinghia per il trasporto, più avanti anche un grip di impugnatura, il poggia-pollice e la cover di protezione “pronto” in cuoio.
Le prime impressioni
Abbiamo potuto tenere la macchina in mano e provare a vedere il suo funzionamento. Per un appassionato storico della Leica sarà una emozione perché, a differenza dello stile brutalista e spartano della T/TL, la nuova CL ha una passione per il design retro: disponibile per adesso solo in colore nero richiama fortemente la “vecchissima” Leica di Oskar Barnack e ha una leggerezza e maneggevolezza piuttosto uniche, con particolari ben studiati, e una sua personalità nella scelta, mutuata dalla SL, di non avere alcun indice sulle ghiere superiori. In questo modo si possono assegnare le combinazioni preferite, fermo restando che, rispetto alla serie M, le ottiche della SL/TL/CL sono con messa a fuoco “focus – by – wire”, cioè non a trazione meccanica dirette ma mediate da un servomeccanismo.
Dagli scatti che è stato possibile visionare la resa di questo formato “inferiore” come dimensione di sensore a quello del full frame è di tutto rispetto e crea una qualità di immagine stampata unica. È una full frame? È una Aps-C? È una macchina a pellicola? Si tratta di un unicum nel panorama sempre più affollato delle fotocamere Aps-C, e capace di produrre immagini di qualità nettamente distinta dal resto del gruppo, grazie anche e soprattutto a un portafoglio di obiettivi sempre più ricco di possibilità, sia come zoom che come ottiche fisse, incluso il nuovo pancake 18mm (equivalente a un 27mm nel formato pieno) che ha dimensioni ridottissime, peso molto contenuto (80 grammi, che assieme alla CL non raggiungono il mezzo chilo) e uno studio per ottenere un obiettivo che non ha bisogno di paraluce pur avendo una discreta apertura f/2.8 effettivi (anziché scalati perché su ottica progettata per Aps-C) per via del maggiore potere di risoluzione.
Più avanti proveremo questo apparecchio e vedremo cosa saprà effettivamente fare in campo. Nell’anteprima avuta il giorno prima della presentazione negli uffici di Leica Italia sopra il Leica store di Milano la prima sensazione è decisamente positiva. La prova su strada nelle prossime settimane ci dirà il resto.