L’arrivo di iPhone 6 Plus sul mercato, oltre che da un grande successo, è stato accompagnato dalle insistenti voci sul bendgate iPhone 6. Anche se il processo bendgate sembra ormai stato archiviato, per mesi non è passato giorno senza che qualcuno parlasse di un iPhone 6 Plus piegato. Ecco come è nato il bendgate iPhone 6 e, sopratutto, come si è evoluto in rete.
Le origini del mito
La storia inizia pochi giorni dopo il lancio ufficiale del phablet Apple, quando un utente riferì di essersi ritrovato con un iPhone 6 Plus piegato, dopo averlo tenuto normalmente in tasca (per un lungo periodo di 13 ore). Da lì in poi in rete fu aperto un vero e proprio caso internazionale, con video divenuti virali. Tra i tanti quello che vi proponiamo in calce, pubblicato sul canale Unbox Therapy e che ad oggi ha raggiunto l’impressionante numero di 70 milioni di visualizzazioni. Nel video viene effettivamente dimostrato come iPhone 6 Plus possa essere piegato con apparente facilità.
In realtà, il filmato non è andato esente da critiche e c’è chi ha fatto notare come il video possa essere stato confezionato ad arte. A ben vedere, infatti, quando il protagonista del video inizia a piegare l’iPhone 6 Plus, l’orario sul display segna le 2:26 PM, mentre in varie scene successive (nel video proposte come sequenziali), l’orario torna indietro di qualche minuto, precisamente alle 1:59 PM. Insomma, questa particolarità potrebbe non dimostrare alcunché, ma è indubbio che il filmato è stato montato.
In ogni caso, varie sono state le testate giornalistiche, anche di grande rilievo e importanza mondiale, che si sono occupate del fenomeno. Tra queste anche la redazione di Computer Bild, che dopo aver pubblicato il proprio video sul bendgate ha visto revocarsi da Apple l’accredito stampa. La questione suscito una forte reazione da parte del direttore della testata, che in una lettera aperta alla casa di Cupertino ha manifestato sdegno per l’accaduto.
La corsa al bendgate iPhone 6 Plus si radicò nella mente di ogni utente hi tech, a tal punto da sfociare in veri e propri atti vandalici, totalmente insensati. Accadde alla fine di settembre nel Regno Unito, quando due giovani decisero di provare da vicino il fenomeno bendgate direttamente in un Apple Store del paese, sacrificando uno dei tanti iPhone 6 Plus esposti. Un’azione sconsiderata, filmata e caricata su Youtube come fosse un’azione svolta a beneficio dell’umanità. Quasi come si trattasse di un’esperienza da provare a tutti i costi, ci fu anche che pensò bene di rilasciare sullo store digitale di Google un’applicazione apposita, che permetteva a chiunque di provare, questa volta solo digitalmente, a piegare un iPhone 6 Plus. Per quanto discutibile, quest’applicazione fortunatamente non ha comunque causato danni reali…
In ogni caso, il fenomeno non si è sviluppata sono intorno ad azioni dimostrative e che lasciano il tempo che trovano, ma è stato anche studiato scientificamente, con criteri sicuramente più razionali. Della questione, infatti, si occuparono anche Consumer Report e, in Italia, Altroconsumo.
Le prove scientifiche sul bendgate iPhone 6
Consumer Reports, tra le più note e rispettate associazioni di consumatori USA, pubblicò i risultati di alcune verifiche di laboratorio eseguite per comprendere se e quanto i nuovi iPhone potessero essere effettivamente soggetti al problema della piegatura. I risultati dimostrano che i nuovi dispositivi, in realtà, non si piegavano così facilmente come molti volevano far credere. Effettuando un “test di flessibilità su tre punti” con i dispositivi tenuti fermi alle due estremità e una pressione applicata in un terzo punto, Consumer Report mise alla prova, oltre che i nuovi e incriminati iPhone, anche altri dispositivi concorrenti, come HTC One (m8), Samsung Galaxy Note 3, LG G3 e iPhone 5. I risultati, almeno per gli utenti iPhone, furono sin da subito confortanti. Durante i test, iPhone 6 e iPhone 6 Plus superarono di molto la forza equivalente a quella che Apple aveva dimostrato ad alcuni giornalisti nei propri laboratori. Per le prove l’associazione partì applicando sui dispositivi un peso di 4.5Kg per 30 secondi, rilasciando la presa e incrementando di volta in volta la pressione di 4.5Kg, fino a quando il dispositivo in esame non finiva per deformarsi.
Le prove dimostrarono che iPhone 6 Plus era addirittura più resistente del più piccolo iPhone 6. Per piegare il phablet da 5,5 pollici, infatti, risultava necessaria una forza pari a 40Kg, mentre per iPhone 6 era sufficiente una forza pari a 32Kg, proprio come accadeva con HTC One (m8). Meglio di iPhone 6 Plus faceva LG G3, deformatosi durante le prove, con una forza pari a 59Kg, mentre il Galaxy Note 3, per essere piegato, richiedeva una pressione pari a 68Kg di forza. La conclusione, comunque, fu ovvia: tutti i dispositivi testati erano, e sono, utilizzabili nel quotidiano senza grandi preoccupazioni.
A risultati molto simili si pervenne anche in Italia, quando Altroconsumo rilasciò in rete un nuovo filmato di test. I dispositivi Apple, sottoposti dapprima a normali stress da tasca, e poi a pesi via via più pesanti, risultò essere piuttosto resistente. Le conclusioni, dopo questo secondo test, erano comunque chiari: “La rete ha sollevato un gran polverone per nulla. Alcuni telefoni sono un po’ più sensibili di altri alle sollecitazioni da pressione, e i nuovi iPhone tra questi. Ma nulla che non possa essere evitato con un uso normale, nemmeno troppo accorto, di questi apparecchi”.
Eppure, qualcosa di vero doveva pur esserci, se anche Apple decise di prendere parte alla questione.
Apple sul bendgate iPhone 6 Plus
Bechè in parte si sia trattato di miti e leggende, è anche vero che il fenomeno del bendgate iPhone 6 è riuscito a scomodare anche Apple stessa, che dato il crescere delle voci di iPhone 6 Plus che si piagano come burro, si sentì in dovere di intervenire. Dapprima la casa di Cupertino è entrata nel merito della questione affermando che “solo 9 clienti si sono lamentati di iPhone 6 Plus piegati“. A questi numeri, Apple fece seguire anche ulteriori dichiarazioni sui materiali e le modalità di costruzione per iPhone 6 e iPhone 6 Plus. Sul punto la società ribadì di aver messo sotto test rigorosi i propri iPhone durante il ciclo di sviluppo, su tre possibili punti deboli di piegamento e punti di torsione. Ovviamente, seguì anche la doverosa precisazione secondo cui iPhone 6 e iPhone 6 Plus “hanno raggiunto e superato ogni nostro standard per resistere ogni giorno, nell’uso quotidiano”. Insomma, anche Apple rassicurò tutti i clienti sul fatto che “con il normale uso, il piegamento del dispositivi è estremamente raro”.
A queste dichiarazioni la casa di Cupertino fece anche seguire video eloquenti sui test condotto sui nuovi iPhone. Apple rispose dunque al bendgate invitando i giornalisti nei propri laboratori inaccessibili, per difendere a tutti i costi i nuovi iPhone 6. Gli ultimi due modelli di iPhone, dichiarò Apple, avevano superato ben 15.000 test di resistenza spiega. Lo stesso Dan Riccio, responsabile hardware, confermò dunque la resistenza al piegamento:i 9 casi ufficiali riconosciuti dalla Apple, erano del tutto isolati.
In ogni caso, nemmeno l’intervento di Apple servì ad arrestare le dicerie sul bendgate iPhone 6 Plus, tanto che arrivarono in rete perfino le prime tesi “complottistiche”, secondo cui Apple aveva nel giro di 6 settimane lanciato un nuovo iPhone 6 Plus più resistente. Il tutto, ovviamente, in sordina, senza che nessuno se ne accorgesse.
Le tesi sul nuovo iPhone 6 Plus
La leggenda si diffuse a fine di ottobre del 2014 quando un utente Reddit sostenne di avere le prove che i nuovi iPhone arrivati nei negozi erano più resistenti e dotati di un rinforzo per eliminare il problema della piegatura come provava il fatto che il suo iPhone 6 Plus, fosse più leggero di 21 grammi, rispetto a quello della moglie acquistato proprio 6 mesi dopo. Inoltre, lo stesso riferiva di come il rumore alla pressione del tasto del volume (proprio la parte in cui iPhone 6 Plus sembrava piegarsi più facilmente) fosse completamente diverso tra i due dispositivi acquistati a distanza di sei settimane l’uno dall’altro. Infine, sotto il tastino del volume del secondo iPhone era presente un misterioso e minuscolo oggetto rosso.
Le voci, comunque, rimasero senza riscontro alcuno e vennero anzi smentite da più parti. Fu la redazione di 9to5mac a placare subito queste nuove voci sull’introduzione di un nuovo iPhone 6 Plus sul mercato. Il cambiamento di peso, tra un iPhone 6 Plus e l’altro era un fenomeno assolutamente normale, sulla quale Apple stessa si era già pronunciata. Ed infatti, la casa di cupertino non aveva mai fatto mistero del fatto che dimensioni e peso dei vari dispositivi possano effettivamente presentare qualche minuscola differenza, dovuta ai diversi tempi di produzione. Inoltre, anche i diversi tagli di memoria interna potrebbero influire, in minima parte, sul diverso peso dei due terminali.
iFixt, società specializzata in componentistica e pezzi di ricambio anche per iPhone, si prese la briga di aprire un “vecchio” e un nuovo iPhone 6 Plus, dimostrando che non esisteva alcuna differenza tra i due. D’altra parte per Apple sarebbe stato folle apportare modifiche a così stretto giro di posta, visto che si sarebbe legittimata la richiesta di sostituzione dei primi iPhone 6 Plus o, in alternativa, una serie di cause collettive milionarie.
In ogni caso, appariva senza dubbio impossibile che nel giro di se settimane una società come Apple potesse pianificare e realizzare un nuovo dispositivo da immettere silenziosamente sul mercato. La progettazione, la sperimentazione e il lancio di un nuovo iPhone 6 Plus sul mercato, anche se solo leggermente modificato rispetto all’originale, è un processo che avrebbe richiesto molti mesi, e non settimane.
In effetti, come si è appreso poi a quattro anni di distanza, Apple non lanciò un iPhone 6 più resistente, ma ha applicato, come emerso nel corso di un processo, alla scheda madre un rinforzo in resina per impedire che una eventuale leggera flessione del telefono rendesse inoperativo lo schermo touch, un problema riscontrato in diversi telefoni. Ma questo è accaduto quasi un anno e mezzo dopo, nella primavere del 2016, dal lancio di iPhone 6
Conclusione del fenomeno
Del fenomeno a distanza di alcuni mesi la gente smise di parlare, anche se l’iPhone 6 Plus era ancora in commercio. Ciò che restò del bendgate iPhone 6 f, senza dubbio, l’enorme mole di sfottò ad Apple, sia da parte di utenti, sia da parte di altri produttori, che hanno subito sfruttato il fenomeno per pubblicizzare i propri dispositivi. Qui sotto, un piccolo campione di tutte le prese in giro rivolte ad Apple sul bendgate.
Si potrebbe concludere, più seriamente, che il bendgate non è stata un’assoluta invenzione di utenti, media o critica. L’iPhone 6 Plus è fatto di alluminio e come tale, sottoposto ad una forte pressione e un forte stress, tende a piegarsi. Qualsiasi oggetto, delle forme e dimensioni di uno smartphone, composto dello stesso materiale, tenderebbe a deformarsi, come del resto hanno dimostrato i test scientifici in merito. Sarebbe stato opportuno affrontare l’intera vicenda, con razionalità: un normale uso del terminale era già di per sé idoneo ad evitare qualsiasi problema di piegatura. Insomma, la domanda “si piega o non si piega” non poteva, e non doveva, essere presa in considerazione nel processo decisionale che ci avrebbe portato a decidere se comprare o meno un iPhone 6 Plus. Erano ben altri i parametri fondamentalei da utilizzare per decidere se acquistare o meno l’allora nuovo phablet di Apple.