Becoming Steve Jobs (Steve Jobs Confidential in Italia) è il pezzo mancante alla saga dei libri che parlano di Steve Jobs, la biografia definitiva, uno sguardo dietro alle quinte che sfata miti e preconcetti, o solo un volume encomiastico scritto su commissione dagli amici per contrastare il popolarissimo (3 milioni di copie vendute solo negli USA) e poco gradito profilo che ne fece Walter Isaacson? La domanda serpeggia nella mente scorrendo alcuni dei retroscena che hanno condotto alla stesura del libro di Brent Schlender e Rick Tetzeli, svelati dal New York Times.
Secondo quanto si apprende, il volume nasce sia dalla conoscenza diretta che i due autori ebbero di Jobs, sia da interviste con quattro manger dei vertici attuali di Apple, tra cui Tim Cook. La collaborazione per un volume di questo tipo è del tutto rara, se non unica e non è stata ottenuta facilmente. Il libro è in preparazione dal 2012; in quel momento Schlender e Tetzeli contattarono Apple proprio per intervistare i manager dell’azienda che avevano conosciuto più da vicino Jobs, ricevendo un prevedibile diniego. Un anno e mezzo dopo, qualche cosa doveva essere cambiato se la proposta veniva accettata con una svolta di 180 gradi.
Basandosi sulla promessa degli autori di avere intenzione di scrivere di un lato della personalità di Jobs non toccato da altri giornalisti, Apple «ha sentito il dovere – dice il portavoce Steve Dowling – di dire qualche cosa di più di Steve, visto il lungo rapporto che ha legato Brent (Schlender NDR) con lo stesso Steve il che gli dà una prospettiva unica sulla sua vita. Il libro – secondo Apple – cattura Steve Jobs meglio di qualunque altro libro che abbiamo letto e siamo felici di avere deciso di partecipare».
Dai primi estratti non stupisce che Apple abbia deciso di partecipare alla stesura del libro. Sembra che i due autori si siano davvero concentrati su aspetti poco percorsi se non del tutto inaspettati di Jobs che emerge dal libro come una persona molto più umana di quanto non si fosse immaginato dalla pletora di altri libri scritti su di lui tutti concordi nel ritenerlo una figura assolutamente unica, un genio del nostro tempo, ma anche nel descriverlo come un uomo molto complicato da affrontare sotto ogni profilo, scostante, scortese e spesso quasi crudele. Vediamo così Jobs preoccupato di dipendenti ammalati, indaffarato nel creare una scuola di management, perdere tempo per telefonare alla mamma di Cook per spingerlo ad avere una vita più sociale. Sappiamo di un Jobs al lavoro sotto morfina, di come non volesse essere trattato da persona malata di cancro e di come in atto di supremo sacrificio, rifiutò di ricevere in dono un pezzo di fegato da Cook.Se accanto al Jobs che nessuno si aspetta in Becoming Steve Jobs ci sarà posto anche per quello su cui altri si sono concentrati, è difficile da dire senza avere letto il libro. Chi ha potuto farlo parla di una biografia «intelligente, accurata, informata, approfondita e in alcuni casi struggente, un punto di riferimento essenziale per gli anni a venire», altri spiegano, più asetticamente, che si tratta di un «libro che si distingue dagli altri scritti fino ad oggi». Ma i recensori, scelti accuratamente, appartengono tutti alla stretta cerchia dei cupertiniani di ferro, come John Gruber o Philip Elmer-DeWitt.
Isaacson, nel centro del mirino con la sua popolarissima biografia su Jobs contro la quale sembra essere stato schierato il libro di Schlender e Tetzeli, intanto si difende dalle accuse di avere reso, parole di Cook: «un tremendo disservizio a Jobs», il che suona originale visto che all’uscita di “Steve Jobs” non furono pochi coloro che accusarano, al contrario, Isaacson di avere nascosto i risvolti meno digeribili del carattere del protagonista, visto che era stato scelto proprio dallo stesso Jobs per scrivere il libro e visto che il testo si fonda almeno in parte su interviste svolte al fondatore di Apple. «Il mio libro è positivo ed onesto. Ho cercato – dice Isaacson – di dare una visione equilibrata senza descrivere il personaggio in maniera caramellosa nascondendo gli aspetti controversi del suo carattere. È comunque importante che ci siano altri libri che vengono pubblicati su Jobs da parte di gente che l’ha conosciuto e che chi gli è stato vicino porti un suo contributo, perché è così che si fa la storia».
Per sapere, alla fine, se Becoming Steve Jobs racconterà in maniera onesta e diretta un lato sconosciuto sul fondatore di Apple, dando un contributo alla sua scoperta o se sarà solo un volume in ricordo del “Caro leader” scritto su commissione, dobbiamo aspettare domani 24 marzo (per l’edizione in inglese, anteprima, manco a dirlo all’Apple Store di Soho a New York) o il 7 aprile per l’edizione in Italiano. Al momento tutto quel che possiamo dire è che il nome di Jobs funziona ancora visto che Crown Publishing negli USA ha già più che raddoppiato la tiratura iniziale, portandola dalle 40mila copie previste inizialmente ad 85mila.
Becoming Steve Jobs può essere prenotato in ebook in inglese su iBookstore e su Amazon Kindle a 12,99 euro, oppure a 16,61 euro in edizione cartacea sempre su Amazon. Invece l’edizione italiana in arrivo il 7 aprile intitolata Steve Jobs Confidential è ordinabile su Amazon in versione cartacea a 16,92 euro, sempre il 7 aprile sarà disponibile anche in ebook ma per il momento il prezzo non è stato comunicato e non è ancora possibile prenotarla.