L’accordo che potrebbe portare i Beatles su iTunes è ancora in stallo. A dire che per ora non c’è ancora alcuna soluzione a portata di mano per la storica stretta di mano che potrebbe condurre la musica dei Fab Four sul negozio Apple e da qui direttamente dentro ai dispositivi della Mela è Yoko Ono in una dichiarazione rilasciata a Reuters
«Non trattenete il fiato», ha commentato la settantasettenne vedova di John Lennon in risposta delle domande che le sono state poste in materia durante la presentazione di un documentario intitolato LENNONYC. Invitata ad essere maggiormente specifica in merito la Ono ha rifiutato di scendere in dettagli lasciandosi però sfuggire: «Steve Jobs ha una sua particolare idea in merito, si tratta di un uomo molto acuto», una frase che lascia intendere che Jobs, un dichiarato fan della musica dei Beatles, sta interagendo direttamente nella vicenda. Gli eredi e i superstiti del gruppo ed Apple sarebbero però a breve distanza: «C’è solo un elemento che non ci convince. Siamo in attesa di un riscontro»
Anche Paul McCartney non troppo recentemente aveva fatto cenno «ad un paio di cose che ci dividono», in riferimento all’accordo che i Beatles stanno trattando con Apple.
Ricordiamo che la vicenda che separa e in un tempo unisce Apple e i Beatles ha radici lontanissime, dai tempi in cui la società di Cupertino scelse il nome che si è data che è lo stesso di Apple Corp. realtà che gestisce il patrimonio intellettuale e musicale e i marchi dei Beatles. Apple Inc. (allora Apple Computer) ed Apple Corp. si sono confrontate legalmente tre volte. Nel corso della prima occasione i Beatles reclamavano il diritto sul nome; la sentenza determinò che Apple aveva diritto all’uso del marchio ma che non avrebbe potuto fare alcun business nel campo musicale. La società di Jobs fu costretta anche a pagare (era il 1981) 80mila dollari di danni. Quando Apple Computer lanciò QuickTime (un software che è anche in grado di riprodurre musica) venne querelata una seconda volta e fu costretta a pagare quasi 27 milioni di dollari di danni. La terza e definiva causa, definitiva anche perché avrebbe potuto danneggiare enormemente Apple per la vasta portata del business che andava ad interessare, fu intentata da Apple Corp. per il lancio di iTunes Store ma questa volta i Beatles furono sconfitti; il semaforo rosso alzato davanti alle pretese del gruppo musicale furono una delle cause dell’abbandono di Neil Aspinall, storico agente della formazione di Liverpool e arcigno guardiano dell’immagine e del patrimonio dei Beatles.
Da quel momento in avanti le situazione tra le due parti è divenuta progressivamente sempre più distesa con anche alcune interazioni come ad esempio la partecipazione di Paul McCartney a degli spot per iTunes. Da allora, anche per la soluzione di un’altra contesa che divideva Apple Corp ed EMI, casa discografica che pubblica le musiche dei Beatles e che ha un solido patto con Apple, si è a lungo ipotizzato che un accordo per il debutto del gruppo su iTunes fosse ormai prossimo. Ma fino ad oggi, a più di quattro anni di distanza dalla sentenza del tribunale che aveva definito come non più ammissibili le pretese di Apple Corp., i fan sono ancora in attesa.