Se solo si tocca la batteria di un’auto elettrica in un incidente, anche lieve, c’è il rischio di dover buttare via l’intera macchina mandandola in demolizione o recupero parti, anche se semi nuova e ha pochi chilometri di vita. Quella che doveva essere la promessa “economia circolare” tutta green delle auto elettriche, si sta invece rivelando un problema non di poco conto, con pacchi di batterie che già cominciano ad accumularsi nelle discariche di diversi paesi.
Secondo Reuters pare non ci sia modo di riparare o valutare le batterie delle auto che sono state danneggiate anche soltanto leggermente, di conseguenza le compagnie di assicurazione si vedono costrette a demolire le auto elettriche indipendentemente dalla loro età e, in seconda battuta, ad aumentare i premi delle loro assicurazioni.
Il ragionamento è semplice: i costruttori al momento non forniscono dati o sistemi per valutare lo stato delle batterie a seguito di un incidente, così anche se per molti riparatori si potrebbero (e dovrebbero) poterle riutilizzare, al momento il nullaosta non lo dà nessuno. Anche perché nessuno vuole prendersi la responsabilità nel caso in cui qualcosa non dovesse funzionare come dovrebbe.
Al momento le auto elettriche in circolazione sono ancora poche, ma le compagnie di assicurazione funzionano come sempre: ogni anno consultano le statistiche e ricalcolano i premi in base a incidenti, costi di riparazione e via dicendo.
Se il numero dei veicoli elettrici aumenterà (cosa che in molti auspicano, governi ed Europa in primis) e allo stesso tempo i costruttori non renderanno le loro auto più riparabili di adesso, offrendo informazioni aggiuntive e strumenti per il recupero di quelle ancora buone, i premi necessariamente saliranno.
Alla luce di ciò, passare all’elettrico non sembra più allettante e conveniente, come racconta Matthew Avery, direttore della ricerca presso la società di intelligence sui rischi automobilistici Thatcham Research: «stiamo acquistando auto elettriche per motivi di sostenibilità, ma un veicolo elettrico non è poi così sostenibile se si deve buttare via la batteria dopo una piccola collisione».
Una storia italiana
Una storia simile è stata raccontata a Repubblica da Gian Maria Cravero, torinese di 55 anni che proprio nei giorni scorsi si è visto preventivare 80.000 € da una carrozzeria indicata da Tesla per riparare la sua Model 3 danneggiatasi leggermente dopo un incontro ravvicinato con un muretto: peccato che il valore commerciale dell’auto – fa notare – si aggira intorno ai 49.000 €.
Quel che è peggio è che Tesla non sembra essere particolarmente interessata all’assistenza post-vendita: «non c’è rete, assistenza molto poca, non ci sono carrozzerie convenzionate e non hanno esperienza nella manutenzione e riparazione» chiosa Cravero.
Per tutte le notizie di macitynet che trattano di veicoli elettrici, mobilità smart e guida autonoma rimandiamo alla sezione ViaggiareSmart del nostro sito.