Dentro un Gsm non c’è solo la scheda Sim che rende identificabile l’utente, ma anche un numero di serie unico, chiamato codice Imei, che fa parte dell’hardware. Durante la registrazione sul ponte radio di un operatore, i server della compagnia telefonica registrano entrambi i dati, numero di telefono e codice Imei. Si tratta di una opportunità della quale si parla da anni per poter bloccare il fenomeno dei telefoni cellulari rubati e rivenduti all’estero, ma fino a questo momento nessuno aveva fatto niente a causa di resistenze dei singoli operatori a mettere in comune il database degli Imei registrati in tempo reale sui ponti radio.
Anche in Italia, dove da tempo sono in discussione o sono stati firmati accordi per la realizzazione delle procedure di interscambio in realtà il meccanismo è stato attivato (bisogna fare la segnalazione oltre che al proprio operatore anche alla polizia o carabinieri) ma ha validità solo sul territorio nazionale. Se il telefono rubato viene portato all’estero, infatti, riprende a funzionare tranquillamente..
La Gran Bretagna ha deciso dal 2002 di attivare il meccanismo per il blocco dei telefoni sulla base dell’Imei. La collaborazione di Vodafone, Orange e T-Mobile, oltre ai principali produttori di telefonia come Nokia, Nec ed Ericsson, permette infatti di impedire che un telefono rubato venga riutilizzato all’interno del Regno Unito. Adesso, con una iniziativa della GSM Association, il blocco verrà esteso ai paesi dell’Unione europea e, in prospettiva, a Malesia, Filippine ed India.