Trasprente quando c”è il sole opaco quando piove. Così sarà il futuro dei tettucci apribili delle auto se andrà in porto una nuova tecnologia sviluppata da BASF e Philips.
Il sistema si basa su un display OLED, ancora in fase di concept, utile a dimostrare le potenzialità di questi schermi per ora usati solo ed unicamente per produrre immagini e in qualche raro caso come fonte di illuminazione per sorgenti a basso consumo, applicato sul tettuccio vero e proprio. Lo scopo è quello di modificare, da una parte, a piacimento la trasparenza del tetto e dall’altra dare luce quando è buio all’interno dell’automobile. Secondo alcune informazioni diffuse da Philips il display è totalmente trasparente, spesso meno di due millimetri e anche in grado di essere alimentato da celle solari trasparenti, funzionando come fonte di alimentazione. Il passaggio da uno stato all’altro è rapidissimo: solo due millisecondi. In pratica istantaneo con una transizione invisibile all’occhio umano.
BASF e Philips e hanno mostrato in più occasioni le potenzialità di utilizzo della luce in modo creativo. La tecnologia OLED (Organic Light-Emitting Diodes) rappresenta il prossimo passo avanti nell’evoluzione dell’illuminazione allo stato solido (conosciuta come LED), in cui la generazione della luce è ottenuta mediante semiconduttori anziché utilizzando un filamento o un gas il che determina un forte risparmio energetico.
«Come i LED gli OLED – spiegava Philips quando ha annunciato ormai diverso tempo fa le ragioni del suo impegno in questo settore – producono luce per mezzo di semiconduttori, in pratica eccitando gli elettroni dei loro componenti con una carica elettrica. Entrambi sono in grado di creare effetti cromatici al di là delle possibilità offerte dalle lampade tradizionali e possono trovare impiego come fonti luminose a bassissimo consumo. Qui però le analogie finiscono. LED e OLED si differenziano per il modo in cui sono costruiti, per il tipo di luce che emanano e per il loro utilizzo, e s’integrano gli uni con gli altri quanto alle possibilità di applicazione. Una differenza fondamentale consiste nel fatto che gli OLED sono realizzati impiegando semiconduttori organici (simili a quelli che costituiscono le celle solari organiche), mentre i LED sono basati su cristalli di materiale inorganico. Tra questi due tipi d’illuminazione allo stato solido esistono però anche differenze visibili. I LED sono punti splendenti di luce, essenzialmente brillanti lampadine in miniatura. Gli OLED sono invece pannelli ultrapiatti che emettono luce uniformemente sull’intera superficie. L’illuminazione prodotta è “rilassata” ovvero brillante e allo stesso tempo soffusa e non abbagliante. Piatti e sottili, gli OLED consentono di utilizzare e integrare la luce con modalità differenti rispetto ai LED, o a qualunque altra fonte luminosa. I LED sono ideali per creare fasci di luce potente, per caricare e accentuare l’atmosfera con la loro compattezza».
Al momento gli OLED, quando non sono illuminati, hanno generalmente una superficie riflettente simile a quella di uno specchio. Un altro aspetto sul quale vengono condotte ricerche è lo sviluppo di OLED totalmente trasparenti, che apriranno la strada a molte nuove possibilità applicative. I pannelli OLED trasparenti potranno fungere da normali finestre durante il giorno ed illuminarsi di sera, imitando la luce naturale o illuminando gradevolmente l’interno. Durante il giorno potrebbero anche essere utilizzati nelle case e negli uffici come schermi a tutela della privacy. Ed è su queste basi che nasce il progetto del tettuccio cui abbiamo fatto cenno all’inizio. Ma oltre che in campo automobilistico questa proprietà degli OLED, quando sarà stata trovata la strada per impiegare substrati morbidi in plastica in grado di svolgere la stessa funzione protettiva, sarà possibile realizzare pannelli illuminanti OLED flessibili e formabili, che permetteranno di trasformare qualsiasi superficie – piatta o curva – in una fonte di luce. Diviene così possibile immaginare pareti, tende, soffitti e persino mobili luminosi.
[A cura di Mauro Notarianni]