Il doppio bando Huawei in USA, per ora sospeso per alcuni aspetti fino ad agosto, sta mettendo in serio pericolo i dispositivi a venire ma anche il futuro stesso della multinazionale: finora Apple è stata colpita solo indirettamente con boicottaggi informali, ma ora un analista anticipa gli effetti di un possibile bando Apple in Cina.
Nella previsione di Goldman Sachs l’andamento del titolo AAPL in borsa, per ora già poco brillante e un po’ sofferente intorno ai 184 dollari, potrebbe scendere ulteriormente fino a 178 dollari, una delle previsioni più pessimistiche di Wall Street.
Anche se Apple detiene una piccola quota di mercato negli smartphone in Cina, le dimensioni di questo mercato e il fatturato qui generato sono enormi e ormai vitali: solo nel trimestre di marzo il fatturato di Cupertino in Cina è stato pari a 10,22 miliardi di dollari, per lo più ottenuti dal vendite iPhone.
Ma i problemi per Cupertino sarebbero molto più gravi se, come in USA per il bando Huawei, il bando di Apple in Cina fosse doppio, ciò il blocco delle vendite dei suoi prodotti nel Paese ma soprattutto il blocco di tutti i rapporti con le società cinesi.
In realtà molte delle componenti iPhone non sono costruite e non provengono dalla Cina. Per esempio i chip modem sono costruiti in USA, i processori Apple Ax di TSMC a Taiwan, dalla corea le coprenti di Samsung e LG per gli schermi e così via. In ogni caso gran parte della produzione e assemblaggio avvengono in città fabbrica cinesi, gestite da Foxconn, Pegatron e altri ancora.
Gli assemblatori principali Foxconn e Pegatron stanno espandendo la produzione in India e valutano di spostarsi anche in Vietnam. In ogni caso scala e dimensioni delle operazioni richiederebbero anni, uno scenario negativo che arriva in un periodo di grandi incertezze causato dal peggioramento dei rapporti USA Cina e soprattutto sulla scia del bando Huawei degli USA.