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Banda larga e internet: Italia fanalino di coda in Europa

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Verrebbe da dire che è la scoperta dell’acqua calda, ma vedere le cifre nero su bianco continua a fare una brutta impressione: l’Italia è il vero e proprio fanalino di coda in Europa per quanto riguarda l’utilizzo quotidiano e la familiarità con internet, mentre per quanto riguarda l’accesso alla banda larga se sul fronte enterprise si posiziona a metà classifica (comunque lontano dai Paesi più virtuosi), su quello domestico piomba di nuovo agli ultimi posti.

A dirlo è la sesta edizione del rapporto “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, presentato oggi dall’Istat, che offre un quadro d’insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano. Il rapporto è consultabile anche grazie ad un app gratuita per iPhone.

Tra questi proprio quelli riguardanti il rapporto che gli abitanti del Bel Paese hanno con il web. Partiamo dal dato più interessante, quello sull’utilizzo e l’accesso a internet. In Italia, si legge nel rapporto, il 54,8 per cento della popolazione di 6 anni e più utilizza Internet, «ma solo il 33,5 per cento – precisa l’Istat – lo fa quotidianamente». Dati che ci posizionano al quart’ultimo posto nella Ue a 27, facendo meglio solo di Grecia, Ungheria e Romania e a distanze siderali dalla Svezia, dove oltre il 90% ha usato internet almeno una volta nelle ultime tre settimane. La fotografia che fa l’Istat è quella di un Paese diviso a metà.

Banda largaNelle regioni del Centro-Nord più della metà delle persone di almeno 6 anni dichiara di aver utilizzato Internet nel corso del 2013; in particolare, la provincia autonoma di Bolzano è la più attiva con il 65,1 per cento, seguita dalla Valle d’Aosta (61,0), dal Veneto e da Friuli-Venezia Giulia (60,0).

Livelli di utilizzo molto più bassi si registrano nelle regioni del Mezzogiorno dove la quota degli utenti di Internet scende al 47,7 per cento. Le regioni più svantaggiate sono la Campania (44,2 per cento) assieme alla Calabria (44,7 per cento) al Molise e alla Sicilia (poco più del 47 per cento).

Gli uomini sono i maggiori utilizzatori, con uno scarto di 10,5 punti percentuali rispetto alle donne (60,2 per cento contro il 49,7 per cento). Va rilevato però che dagli 11 ai 34 anni le differenze di genere sono piuttosto contenute o inesistenti, mentre si accentuano tra i 45 e i 74 anni dove si riscontra una netta prevalenza maschile. In generale, comunque, le nuove generazioni utilizzano maggiormente Internet: quasi 9 giovani su 10 tra i 15 e i 24 anni si connettono ad Internet, più della metà lo fa tutti i giorni.

A confortare almeno un poco è il dato sul trend: dal 2001 al 2013 si registra un aumento consistente nella quota di utenti di Internet di oltre 27 punti percentuali, mentre il numero di utenti che utilizza quotidianamente Internet quasi si quintuplica (dal 7,1 per cento del 2001 al 33,5 per cento del 2013).

Particolare importante è il dato di utilizzo da parte delle imprese della banda larga. «L’uso di Internet ha ormai raggiunto livelli di saturazione in tutta Europa, pur con qualche eccezione – spiega l’Istat -. Nella scelta degli indicatori della diffusione di tecnologie da connessione appare quindi più opportuno far riferimento al grado di utilizzo della banda larga, mezzo in progressiva espansione a scapito di tecnologie di connessione più tradizionali e ormai obsolete, quali il modem e l’Isdn. La quota di imprese che si connette tramite la banda larga fissa a Internet è elevata e pari in Italia al 91,6 per cento delle imprese con almeno 10 addetti (anno 2012)». Relativamente pochi, quindi, i punti percentuali di distacco dalla prima della classe, la Finlandia, con quasi il 100% delle imprese connesse ad alta velocità.

Ma anche su questo fronte, se prendiamo il dato complessivo che comprende l’accesso da parte delle famiglie, i numeri sono sconfortanti e riprecipitano il Paese in quartultima posizione. Poco meno di sei famiglie su 10 si connettono a Internet tramite la banda larga; a livello territoriale il Mezzogiorno, e in particolare la Calabria (51,1 per cento), si trovano in posizione svantaggiata.

Va comunque sottolineato che dal 2006 al 2013 aumenta considerevolmente la quota di famiglie che dispongono di una connessione veloce per accedere a Internet da casa: dal 14,4 per cento del 2006 al 59,7 per cento del 2013. Comunque troppo poco, se si pensa che, ricorda l’Istat, questo è un dato che l’Unione considera come uno degli indicatori chiave per misurare il digital divide.

 

 

 

 

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