Elpida Memory, il terzo più grande produttore di DRAM al mondo, ha dichiarato bancarotta affermando di aver accumulato da marzo dello scorso anno a oggi debiti per 448 miliardi yen (5.5 miliardi di dollari). L’importante produttore non è riuscito a ottenere aiuti dal governo e a sostenere la discesa a ruota libera dei prezzi dei semiconduttori, situazione resa complessa anche per via del forte valore dello Yen rispetto al dollaro (in Borsa il rafforzamento nei confronti delle altre principali valute ha da qualche tempo rallentato la corsa dei titoli delle società esportatrici). Per il Giappone, il fallimento del produttore di memorie è il più grande, secondo solo a quella della Japan Airlines che a gennaio dello scorso anno ha avviato le procedure di amministrazione controllata e vendita del patrimonio.
Elpida è alla ricerca d’investitori per cercare di rimettere in sesto il suo business. Le difficoltà dell’azienda non sono ad ogni modo nuove: nel 2009 ebbe problemi simili e ne uscì fuori grazie a un prestito di 110 miliardi di yen assicurato da banche e governo. Tempo addietro si erano diffuse voci di una probabile fusione tra Micron Technology ed Elpida, una joint venture che avrebbe potuto dare filo da torcere a Samsung.
Il prezzo delle memorie RAM è da molti mesi in costante calo e i margini dei produttori sono sempre più modesti (in questo momento il prezzo è sostanzialmente la metà di quello che era un anno addietro). Gli operatori del settore lavorano con margini sempre più ridotti e quattro aziende detengono il 99% del mercato, con la sola Samsung che detiene il 50% della fetta. Nel 2009 anche la tedesca Qimonda, all’epoca produttrice di circa il 10% dei chip presenti sui moduli memoria realizzati da vari produttori di memoria RAM, aveva dichiarato l’amministrazione controllata.
Secondo alcuni osservatori l’uscita dal mercato di Elpida potrebbe provocare un incremento dei costi delle Ram che sono in costante e progressiva discesa ormai da anni.
[A cura di Mauro Notarianni]
