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Bambini e Internet: navigazione troppo autonoma e a rischio in Italia

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Net Children Go Mobile ha presentato qualche giorno fa i risultati della ricerca sur rapporto tra bambini e Internet in Europa: l’Italia è uno dei paesi in cui la navigazione dei minori è più a rischio. Lasciati spesso da soli nel web, i bambini non sono informati sui pericoli che possono nascondersi nei social network, le loro relazioni 2.0 non sono controllate dagli adulti e la navigazione senza filtro non è l’eccezione ma un’abitudine.

La ricerca – presentata parzialmente già alcuni mesi fa – aveva già rivelato il legame tra la dipendenza da smartphone al mondo degli affetti: gli adolescenti di oggi cercano e non possono più fare a meno di sentimenti sempre a portata di tap. Gli ultimi dati raccolti e rielaborati da Net Children Go Mobile su Bambini e Internet forniscono un disegno nitido della situazione europea per quanto riguarda l’approccio all’utilizzo del Web da parte dei piccoli di casa e degli adolescenti. In particolare, la ricerca fa emergere le differenze tra i diversi paesi europei che hanno preso parte al programma di Net Children Go Mobile: il rapporto tra bambini e internet ha tante sfaccettature diverse in Europa, legate alla cultura della genitorialità (genitori più o meno permissivi, più o meno apprensivi) e alla presenza e al controllo dell’accesso online all’interno delle scuole.

I bambini vengono lasciati soli davanti al computer e con il proprio smartphone in Danimarca, Italia e Irlanda. Sempre i bambini italiani, danesi e irlandesi sono quelli che più facilmente tessono relazioni 2.0 e utilizzano lo smartphone come uno strumento legato all’affettività: sono loro a vivere il più alto rischio di incontri sbagliati e di pericoli all’interno del Web. Se considerata la scarsa possibilità di utilizzare Internet a scuola e il divieto (più o meno rispettato) di utilizzare il telefono in classe, la situazione italiana sembra riguardare in particolare i genitori e i familiari dei bambini e non è delle più felici.

Meno a rischio sono i bambini di Portogallo, Belgio e Regno Unito: i genitori e i loro adulti di riferimento mediano l’utilizzo di Internet e ricorrono anche all’aiuto di enti che operano in ambito sociale per affrontare i rischi e i problemi derivanti dalla navigazione “fuori controllo”.

Lo studio di Net Children Go Mobile, ricerca coordinata da Claudia Mascheroni dell’Università Cattolica di Milano, è basato sulle risposte fornite da 3.500 ragazzi tra i 9 e i 16 anni, provenienti da Regno Unito, Romania, Danimarca, Italia, Irlanda, Belgio e Portogallo. A settembre Net Children Go Mobile (Macity ha parlato della ricerca di Net Children Go Mobile anche qui) condurrà una ricerca sull’eccesso di comunicazione e il rischio di una dipendenza dagli smartphone e da Whatsapp tra i più giovani.

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