Su eBay è spesso possibile trovare in vendita cimeli legati alla storia di Apple, oggetti apprezzati da appassionati e collezionisti, pagati anche a cifre folli: la somma raggiunta dall’asta per il badge della dipendente Apple numero 10 non è da record ma la vicenda merita di essere presa in esame perché riguarda i primi anni di Cupertino, del Mac e anche la nascita del desktop publishing.
Cabel Sasser di Panic (software house nota per vari software apprezzati, uno su tutti: Transmit), racconta che qualche settimana fa aveva notato su eBay l’annuncio di un oggetto interessante: il presunto badge della 10° dipendente Apple, Sherry Livingston, notando sin da subito che qualcosa non quadrava nell’inserzione: il badge sembrava eccessivamente lacero, graffiato e, soprattutto, qualcosa non tornava con il testo riportato sul badge.
Sherry Livingston è stata davvero la dipendente Apple numero dieci, ma quello che non tornava era il carattere usato nel badge. I badge dell’epoca erano tessere per l’identificazione personale realizzate in modo semplice, quando ancora non esistevano (ovviamente) i software di desktop publishing, settore che sarebbe nato grazie ai primi Mac e a Pagemaker, un software di impaginazione grafica scritto appositamente per sfruttare l’interfaccia grafica del Mac.
Il testo sembrava troppo uniforme e preciso per essere realizzato con una macchina da scrivere. Cabel ha chiesto l’opinione di Chris Espinosa, l’impiegato numero 8 di Apple, e la risposta di quest’ultimo è stata eloquente: prima di tutto quella della foto non è Sherry Livingston; secondo, le foto all’epoca si scattavano con una Polaroid (e quella del badge non è una foto scattata con una Polaroid), le dimensioni non sembrano esatte e infine, il testo, non è quello che si otteneva con una macchina da scrivere IBM dell’epoca.
Cabel ha deciso a quel punto di mettersi in contatto con il venditore del badge, e quest’ultimo ha risposto spiegando di averlo ottenuto nel 2001 dalla Croce Rossa Tedesca che a quanto pare all’epoca vendeva oggetti di seconda mano per beneficenza.
Il venditore ha scritto che era disposto a fornire le prove, e poche ore dopo (il tempo di crearle?): è arrivata la foto di quella che dovrebbe essere una sorta di fattura di acquisto, mostrata all’interno di un contenitore che sul bordo riportava la dicitura “Fatture 2000-2010”, prova – secondo il venditore – della veridicità di quanto affermato.
A questo punto su Mastodon sono arrivate segnalazioni di utenti che seguivano la questione spiegando di non avere mai visto una fattura tedesca senza indirizzo dell’acquirente, indicazioni sulla banca di riferimento del venditore, codice di avviamento postale e altri dettagli. Da ulteriori contatti, il venditore a queasto punto ha riferito di avere comprato il badge nel 2003 o 2004 (quando era già in circolazione l’euro e quindi la fattura avrebbe dovuto riportare indicazioni con questa valuta) e non ha più di risposto alle domande.
Può darsi che il venditore abbia davvero comprato in buona fede il badge, oppure che abbia messo in piedi una truffa: a voi la scelta su cosa pensare… il badge – reale o falso – è intanto stato venduto a quasi 1.000$ (964$ + 55$ per la spedizione).