Riciclare batterie agli ioni di litio e NiMh (nichel-metallo idruro), arrivate a fine vita, ricavandone ossidi destinati alla raffinazione dei metalli e pigmenti inorganici: è il processo di riciclaggio innovativo brevettato dalla Spirit Srl di Chiampo (VI). Fòrema, ente di formazione di Assindustria Venetocentro di Padova, diretto da Matteo Sinigaglia ha contribuito all’ottenimento delle autorizzazioni, presso ECHA (Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche), per immettere sul mercato europeo i nuovi prodotti ottenuti dal processo di valorizzazione delle batterie.
Fòrema ha fornito la consulenza necessaria per ottenere le autorizzazioni previste dalle autorità Europee come l’ECHA (Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche) affinché i prodotti ottenuti siano venduti e usati in conformità alle normative vigenti. «E’ stata una collaborazione importante e molto proficua per entrambi – spiega il chimico Michele Checchin di Fòrema, che si è occupato in prima persona del processo di autorizzazione – la nostra consulenza è stata importante in termini di serietà e affidabilità, oltre ovviamente all’estrema riservatezza con cui abbiamo lavorato, in quanto si tratta di un brevetto coperto da segreto industriale. D’altra parte è una delle più importanti mission di Fòrema quella di supportare le imprese e le start up nelle fasi iniziali del loro sviluppo».
L’idea è stata sviluppata dall’ingegner Angelo Forestan, titolare dalla Spirit Srl, imprenditore con esperienza trentennale nel campo del riciclaggio rifiuti. «Tutto nasce dall’esigenza di valorizzare le batterie agli ioni di litio e NiMh ormai giunte a fine vita» spiega Forestan. Ci sono voluti alcuni anni per studiare questo processo di recupero giunto lo scorso anno all’autorizzazione definitiva e al brevetto.
Il procedimento di riciclo riguarda le batterie agli ioni di litio e NiMh (nichel-metallo idruro), quello utilizzate per smartphone e tablet, ma anche nelle bici e auto elettriche. Queste batterie, una volta esaurite, vengono acquisite dalla Spirit Srl. Il processo di riciclo prevede che siano scaricate, selezionate, aperte e siano suddivise nei vari componenti. Si separano, nel processo, polveri catodiche composte da ossidi di metalli (cobalto, nichel e miste). Queste polveri sono le basi inorganiche da cui vengono ricavati degli smalti, utilizzati nel settore manifatturiero per la colorazione delle piastrelle.
Quello di Spirit Srl è uno dei primi impianti di riciclo in Italia capace di effettuare questo particolare processo. L’impresa riesce, attualmente, a trattare 10 tonnellate di batterie agli ioni di litio, in un mese, nel suo stabilimento di Chiampo (VI). «Entro fine anno puntiamo ad arrivare a 40 tonnellate al mese» spiega Forestan.
Questo processo di riciclo permette di recuperare l’80% della massa di ciascuna batteria, ricavandone polveri di metalli come rame e alluminio. I benefici per l’ambiente sono di due tipi. Da un lato si riutilizzano le batterie che altrimenti andrebbero a finire in discarica. Dall’altro lato si producono polveri di metalli e metalli riducendo la loro estrazione da miniere presenti, in particolare, nei paesi africani come la Repubblica Democratica del Congo.
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