Apple non si è mai tirata indietro quando sapeva di poter dare una mano, come è successo nella tragedia del volo Malaysia Airlines MH370. E’ questo in sintesi quanto dichiarato da Bruce Sewell, consigliere generale di Apple in materie legali, di fronte alla commissione di giustizia del Congresso USA come parte della testimonianza nel caso dell’iPhone di San Bernardino.
Al principale avvocato di Apple è stato chiesto quali procedure sono comunemente adottate dalla società nel caso in cui si percepisca una situazione di emergenza e gli eventuali tempi medi nel fornire una risposta. Nello specifico viene richiamato un esempio ben mirato, in cui il Congrsso chiede delucidazioni sulle procedure interne di Cupertino in casi di urgenza e sicurezza “Nel caso ci sia un terrorista che ha segnato la posizione di una bomba all’interno dell’iPhone, e dovesse poi morire, Apple è in grado di sviluppare una tecnologia che possa rivelare la posizione della bomba? E se si, con quali tempistiche?”.
Come da protocollo – ha dichiarato Sewell in risposta a questa domanda – Apple conduce prima una verifica top-down analizzando tutti i dati contenuti nel telefono, qualora si ipotizzi in esso la presenza di informazioni altamente sensibili e di vitale importanza per la sicurezza nazionale. Anche se non è stato dichiarato espressamente – spiega Apple Insider – probabilmente l’avvocato si riferisce al fatto di poter accedere al backup e altre informazioni archiviate nel cloud, dati ai quali solo l’azienda può avere un accesso immediato ed è in grado di fornire al governo a seguito della presentazione di un regolare mandato.
Sewell fa notare che negli ultimi 25 anni ci sono stati grandi cambiamenti in ambito di sicurezza digitale, soprattutto per quanto riguarda le possibilità di accesso ai dispositivi da parte delle forze dell’ordine. Tuttavia – continua – Apple segue da sempre delle procedure pensate proprio per gestire situazioni di emergenza, come quando collaborò nella ricerca del volo Malaysia Airlines MH370. «Quando il volo Malaysia Airlines 370 venne dato per disperso (in riferimento al volo dell’8 marzo 2014 operato da un Boeing 777-200ER, ndr), entro un’ora diversi dipendenti Apple stavano già collaborando con gli operatori telefonici di tutto il mondo nel tentativo di trovare un modo per individuare la posizione dell’aereo» spiega l’avvocato, in aggiunta al fatto che questo tipo di protocollo viene generalmente attivato anche nei casi di persone scomparse.