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In autunno le app native per Apple Watch

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In autunno arriveranno applicazioni native per Apple Watch. A dirlo è Jeff Williams, Vice President of Operations in Apple,  ospite sul palco della Code Conference di Re/code a Rancho Palos Verdes (California), un’interessante anticipazione che significa una piccola rivoluzione rispetto a quel che accade oggi.

Williams ha affrontato l’argomento parlando in linea generale di Apple Watch. Stimolato a lanciare qualche retroscena sullo smartwatch, ha aggirato le domande sui numeri di vendita, salvo definirli come “fantastici”. Pressato affinché dicesse qualcosa in più, ha semplicemente aggiunto che gli utenti “amano l’Apple Watch” più di quanto si potesse immaginare e che si tratta di un prodotto che ha dimostrato di poter portare “slancio” dove altri non sono riusciti, tenendo conto che per alcune generazioni odierne non portare un orologio è di tendenza. Poi ha finalmente accennato al fatto che le app di terze parti saranno migliori quando gli sviluppatori potranno rilasciare quelle native.

Il piano cambia lo scenario dell’universo Apple Watch. Al momento , infatti, le app di terze parti che girano sull’orologio sono in realtà delle semplici componenti di applicazioni che stanno su iPhone il quale gestisce il calcolo e con il quale comunicano. Non hanno accesso ai sensori dello smartwatch, il che limita moltissimo gli sviluppatori. Secondo quanto affermato da Williams, questo è destinato a cambiare. Un esempio di possibile app citata è Strava, indicata come potenzialmente in grado di fare molto di più quando gli potrà accedere ai sensori del dispositivo.

La preview dell’Apple Watch SDK che consentirà di creare app native sarà mostrata alla WWDC, con integrate funzionalità che consentiranno di accedere a corona digitale, sensori di movimento, lettura del battito ecc.

Williams ha poi parlato delle condizioni di lavoro nelle fabbriche dei fornitori Apple in Cina ribadendo gli sforzi nel migliorare le condizioni di vita degli operai. Anche qui la voce di Williams è molto autorevole:  il manager definito “il Tim Cook di Tim Cook” è, infatti, l’uomo incaricato di assicurarsi che tutto il marchingegno Apple sia “ben oleato” e in “gran forma”. Di fatto è il responsabile dell’immensa catena di fornitori della Mela, dei processi produttivi, la persona che cura rapporti con fornitori quali Foxconn, che si occupa di negoziare contratti talmente grandi da paralizzare potenziali altri concorrenti che dovessero interessarsi a determinate tecnologie.

Williams ha poi spiegato che Apple ha imparato “alcune cose incredibili” da ResearchKit, il framework software open source progettato per la ricerca medico-sanitaria. Usando il morbo di Parkinson come esempio, Williams ha spiegato come siano stati individuati alcuni partecipanti agli studi clinici affetti dalla malattia di Parkinson, patologia che non sapevano di avere. Parlando di Apple Watch nel campo medico ha detto che l’apporto dello smartwatch può essere “enorme” anche se vere funzionalità di assistenza medica potrebbero richiedere tempo giacché è necessario attendere studi sanitari e approvazioni delle autorità di regolamentazione.

Un breve accenno, infine, anche alle automobili. Alla richiesta di quali industrie Apple è alla ricerca per i prodotti del futuro, Williams ha parlato delle auto come dispositivi mobili per eccellenza ma spiegando alla fine del discorso che stava facendo riferimento a CarPlay. Continuando ha ad ogni modo detto che Apple “esplora un sacco di aree interessanti”.

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