CarPlay non è una soluzione hardware, ma software e non ha alcun bisogno di uno specifico connettore, per questo sarà possibile averlo anche in aftermarket sulle auto predisposte. Questo quel che è possibile dedurre dalle informazioni raccolte in questi giorni, completando e precisando i contorni di un annuncio che, nella tradizione Apple, non è stato particolarmente preciso nei risvolti tecnici.
Inizialmente, sentendo parlare di iOS in The Car (il nome che aveva in precedenza CarPlay), si è stati portati a pensare ad una soluzione complessa, basata su un connubio tra hardware proprietario e sistema operativo, e questo è come ancora oggi si è portati ad immaginarlo. In realtà non è così come è stata fin da subito possibile intuire dalle poche immagini messe in circolazione e che non facevano riferimento all’interfaccia. Nei filmati di Mercedes si nota ad esempio un iPhone collegato per via di un normale cavo USB-Lightning che finisce nel braccialo dove la casa della stella a cinque punte ha tradizionalmente la presa USB. Altre informazioni arrivano da Blackberry cui appartiene QNX, il sistema operativo dei telefoni canadesi che sviluppa anche una piattaforma software per l’infotainment di bordo che aveva fatto sapere che «l’alta qualità della connettività di CarPlay è frutto di una partnership tra noi ed Apple». In effetti se andiamo a fare qualche verifica sui fornitori di componenti e piattaforme, noteremo che sia Mercedes, che Ferrari che Volvo, usano QNX come piattaforma per l’infotainment e i sistemi avanzati di bordo; e non pare neppure un caso che nell’elenco dei produttori che adotteranno CarPlay c’è, a sorpresa, anche Ford, storico partner di Microsoft, ma che solo pochi giorni fa ha deciso di abbracciare QNX.
In base a tutto questo appariva già abbastanza evidente che di fatto CarPlay è una piattaforma sopra un’altra piattaforma, quest’ultima sostanzialmente agnostica e sulla quale può essere installato qualunque altro sistema compatibile con essa.
Mercedes, interpellata da Macitynet, potrebbe avere dato la conferma finale. Anche se nulla di preciso trapela sulla soluzione che sarà adottata, il quadro prospettato è una ulteriore conferma dell’impianto descritto. «L’intenzione di Mercedes-Benz – ci dice l’ufficio stampa italiano – è quella di offrire la miglior connettività possibile al più vasto pubblico possibile, per questo offriremo CarPlay su alcune nostre autovetture già in strada, anche se cominceremo a presentare questo accessorio su Classe C. Anche Google sta lavorando ad un sistema di infotainment on-board: non appena verrà lanciato sul mercato, i Clienti Mercedes-Benz potranno sperimentare sulle loro vetture anche il mondo Android».
Il riferimento ad Android rende ancora più chiaro che siamo di fronte ad una soluzione software fornita da Apple ai produttori di automobile che a loro volta raccogliendo le preferenze da parte dei consumatori, forniranno loro la compatibilità “on board” rispondente al modello del loro telefono. L’impianto e il quadro globale in cui va a collocarsi CarPlay è infatti quello di un mondo globalmente in marcia verso le vetture connesse e che impone ai costruttori di non legarsi ad alcun ecosistema in maniera vincolante, come sarebbe stato se CarPlay fosse stato qualche cosa di intrecciato con una soluzione hardware proprietaria. In quest’ultimo caso sarebbe estremamente sconveniente cambiare un telefono, oppure anche cedere la vettura al mercato della seconda mano perchè l’ingente investimento per avere la compatibilità con lo smartphone (che per Mercedes potrebbe costare intorno ai 3000 euro visto che viene venduto con un pacchetto evoluto che fa anche molte altre cose), andrebbe totalmente sprecato.
Detto questo e stabilito che siamo di fronte ad una soluzione software, come funzionerà, quindi, un’auto con CarPlay?
Al momento non possiamo dirlo con certezza, ma è molto probabile che si dovrà semplicemente avere una vettura con piattaforma QNX. Se il produttore della nostra vettura, avrà un accordo con Apple, sarà necessario chiedere non tanto l’installazione di un qualche tipo di speciale connettore o display, ma della compatibilità con CarPlay. Questa operazione potrebbe essere svolta in concessionaria, non appena arriva l’autovettura o magari anche successivamente, quando si acquisterà un iPhone. A quel punto dentro al sistema della vettura sarà riversato il layer di compatibilità per CarPlay che gestirà i contenuti di iPhone e li manderà sul display della vettura. Se in futuro dovessimo cambiare smartphone, potrebbe essere sufficiente andare in officina e aggiornare il sistema dell’infotainment. Ovviamente nulla impedisce che per scelte di marketing il produttore di automobili decida di non offrire un aggiornamento “after market” nè il passaggio da CarPlay al sistema Android oppure viceversa, ma questa scelta sarebbe decisamente miope…
Lo scenario aperto è infatti sicuramente più interessante non solo per il cliente finale perchè sarà possibile cambiare smartphone senza sprecare l’investimento fatto nel sistema di infotainment, ma anche per i produttori di automobili che avranno così la possibilità di spingere i clienti ad acquistare un costoso accessorio con maggior fiducia, sapendo di avere la possibilità di cambiare telefono quando dovessero decidere di farlo. Anche l’industria finirà per beneficiare di auto aperte a tutti gli smartphone: Apple e i suoi concorrenti saranno infatti costretti a sfidarsi a viso aperto, sapendo che migliore sarà l’offerta per l’abitacolo connesso, più elevate saranno anche le probabilità di vendere i loro smartphone, senza godere di rendite di posizione e i benefici di corto respiro di un ecosistema chiuso.