Data caldissima quella del prossimo primo di agosto: non solo in termini meteorologici, ma anche normativi, infatti l’Unione Europea ha pubblicato il testo completo e definitivo dell’ AI Act in gazzetta ufficiale, che si appresta ad entrare in vigore in UE il prossimo 1 agosto 2024.
Non tutte le disposizioni contenute nel testo integrale pubblicato dall’UE saranno operative sin da subito: affinché tutte le disposizioni contenute nell’ AI Act siano attuate dovranno passare due anni. Ecco, però, quali sono le disposizione valide anche prima del 2026,
Anzitutto, tra sei mesi diverranno operativi i divieti sulle applicazioni AI proibite, ossia quelle relative all’uso di sistemi di ranking del credito sociale, quelle che si occupano della raccolta e compilazione di informazioni di riconoscimento facciale. Ancora, saranno vietati i sistemi di riconoscimento delle emozioni in tempo reale nelle scuole e nei luoghi di lavoro.
Ci sono, però, delle eccezioni. Ad esempio, l’uso di sistemi di identificazione biometrica (RBI), sebben sia vietato anche per le forze dell’ordine, sarà possibile in situazioni specifiche, che dovranno però essere elencate tassativamente. Ad esempio, potrà essere utilizzata, se limitata nel tempo e nell’ambito geografico, previa autorizzazione giudiziaria o amministrativa specifica.
Tra nove mesi, invece, l’UE comincerà a implementare i codici di condotta per gli sviluppatori di app di intelligenza artificiale. Una punto controverso del regolamento, tuttavia, è che tali codici saranno scritti con l’ausilio di società consulenza esterne; questo solleva preoccupazioni sul fatto che queste società potrebbero influenzare le regole, in un modo o nell’altro.
Cosa cambia per ChatGPT e simili
Ancora, entro un anno, piattaforme come ChatGPT, dovranno conformarsi a nuovi requisiti di trasparenza e dimostrare che i loro sistemi siano sicuri e trasparenti verso l’utenza. Non solo, ci sarà l’obbligo affinché i video creati con l’AI vengano etichettati, ad esempio per garantire che i deepfake e altre immagini, video e audio generati dall’AI siano chiaramente riconoscibili.
Ed inoltre, le aziende che addestrano i loro modelli AI dovranno rispettare le leggi sul copyright, a meno che il loro modello non sia creato esclusivamente per la ricerca e lo sviluppo. Il regolamento, ricordiamo, è stato il risultato di diverse negoziazioni con gli Stati membri nel dicembre 2023, ed è stato approvato dagli eurodeputati con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni.
L’obiettivo finale è quello di proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai rischi elevati che l’AI presenta, promuovendo allo stesso tempo l’innovazione e stabilendo l’Europa come leader nel settore.
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