In alcune città del Regno Unito si registra un incremento di furti di auto e questi hanno in comune lo sfruttamento di tecniche che consentono di aprire le portiere e avviare le vetture usando “emulatori” di chiavi digitali, dispositivi che intercettano i segnali della chiave smart (quella legittima) quando il proprietario apre o chiude la vettura, e li registra nell’emulatore consentendo di avere successivamente accesso alla vettura in pochi secondi.
The Guardian riferisce che utenti di vetture come la Ioniq 5s stanno usando il bloccasterzo come deterrente per scoraggiare i furti. Hyundai ha riferito di stare valutando “in via prioritaria” misure per impedire l’uso di questi emulatori ma non sono solo le vetture di questo brand a essere in pericolo ma anche quelle di Toyota, Lexus e Kia.
Gli automobilisti britannici, lamentano un aumento dei furti e dei premi assicurativi. I furti di auto sono ai massimi del decennio in Inghilterra e Galles, passati da 85.803 veicoli indicati a marzo 2012 ai 130.270 indicati a marzo 2023, un incremento di oltre il 50%.
Tra le motivazioni dell’aumento dei furti, esperti interpellati dal Guardian segnalano le aperture Keyless, i sistemi di accesso che consentono o negano l’accesso alle auto da lontano, premendo un pulsante sulla chiave del veicolo sostituendo la necessità di sbloccare meccanicamente il veicolo inserendo la chiave dell’auto nella serratura della porta.
I primi sistemi keyless sono nati negli anni ’80, e dalla fine dagli anni ’90 i produttori li hanno sfruttati anche per l’accensione senza chiave (l’avvio e l’arresto del motore possono avvenire senza chiave, semplicemente utilizzando un apposito pulsante, grazie alla presenza nelle vicinanze di un transponder RFID integrato nella chiave e ad un ricevitore abbinato in auto).
L’industria automobilistica ha predisposto vari aggiornamenti software negli ultimi anni, ma a quanto pare le problematiche segnalate sono state affrontate sempre lentamente. Lo scorso anno Ken Tindell, CTO dell’azienda Canis Automotive Labs, ha indicato uno dei sistemi usati per portare a termine i furti: dopo aver sganciato paraurti e parafango i criminali riescono ad accedere ai cavi del CAN-Bus (standard per collegare unità di controllo elettrico), individuare i fili del bus e sfruttare un programma dedicato (“CAN Injector”) per simulare la presenza della vera chiave dell’auto permettendo lo sblocco delle portiere.
Tindell riferisce che da dieci anni sta evidenziando problematiche di questo tipo. “L’opinione prevalente è che i criminali non sono istruiti e furbi abbastanza da riuscire a manipolare l’elettronica interna dell’auto”, spiega Tindell. “Quello di cui molti non si rendono conto è che è possibile creare box (esterni, ndr) che fanno tutto da soli per conto dei ladri”.
Secondo la Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT) l’incremento dei furti, non è dovuto a presunte carenze nella sicurezza dell’automobile ma alla crescita di gruppi organizzati di criminali.
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