Facebook ha rivelato al Washington Post che sta cominciando a classificare gli utenti con una valutazione basata sulla reputazione, un punteggio da 0 a 1 che dovrebbe riflettere la loro credibilità. È una delle tecniche messe in atto dal social per combattere il problema delle fake news. L’idea è attivare un flag con le persone che quotidianamente pubblicano notizie false, non verificate da testate giornalistiche.
Tessa Lyons, responsabile della lotta contro la disinformazione del social, ha spiegato che questa è solo una delle misure che Facebook ha previsto per combattere il problema delle notizie false e misurare la credibilità. «Non è insolito che le persone ci segnalino qualcosa come falso semplicemente perché non condividono il contenuto di una storia o perché vogliono intenzionalmente prendere di mira un determinato editore» ha spiegato la manager.
«L’idea del punteggio non è quella di diventare un indicatore assoluto della credibilità di un utente ma piuttosto un segnale che consente a Facebook di determinare i rischi sulla sua piattaforma».
In una diversa intervista la manager ha fatto un esempio «Se una persona segnala un articolo come falso e quell’articolo è effettivamente tale, potremmo dare un peso maggiore alle segnalazioni future di quell’utente rispetto a quelle di chi fornisce indiscriminatamente avvertimenti su tanti articoli, compresi quelli che finiscono per essere veri».
L’approccio sembra essere in contraddizione con quanto dichiarato tempo addietro da Mark Zuckerberg, che ha difeso il diritto degli utenti di sbagliare, anche quando si tratta di negare ad esempio l’Olocausto e, subito dopo, precisando «Il nostro obiettivo sulle fake news non è quello di impedire che qualcuno possa dire qualcosa di non vero ma impedire che le fake news e la disinformazione si diffondano» sulla rete.
Intanto c’è già chi ha paragonato il nuovo meccanismo di classificazione degli utenti al sistema orwelliano già in uso in Cina secondo ii quale ogni cittadino viene giudicato in base al suo comportamento sociale, finanziario, legale e alle attività online. A chi non si comporta adeguatamente sono negati viaggi, prestiti e forme varie di assistenza da parte del governo.