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Attacco ai gamer, i cybercriminali puntano ai giocatori online

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Non si può più neanche giocare in pace. Perché, a quanto pare, anche una innocente partita in rete con qualche gioco dove magari si fa fatica e si spende tempo ma si riesce a tirare fuori un sacco di bonus e punteggi esperienza rilevanti, è un bersaglio per i malintenzionati della rete. Per i cybercriminali che hanno scoperto che delinquere in rete richiede delle competenze tecniche ma dal punto di vista del rischio giudiziario è molto più facile che non borseggiare le nonnine per la strada quando escono dalla posta con la pensione nella borsetta.

cybercriminali attaccano gamer

Attacco ai gamer

Secondo uno studio di Akamai Technologies, la società che si occupa di Content Delivery Network e di mitigare gli attacchi in rete per proteggere i siti dei suoi clienti da DDoS, i cyberattacchi che colpiscono l’industria del gioco sono aumentati rapidamente in seguito al recente boom del settore, a sua volta provocato in buona parte dalla pandemia che ha chiuso decine di milioni di persone in casa.

Akamai ha infatti registrato un dato dal punto di vista delle connessioni che passano attraverso la sua rete e osservato che l’industria del gaming ha subito un forte impulso in seguito alle chiusure legate a Covid e all’allontanamento dai social. Alla fine della pandemia la crescita non è rallentata e il valore crescente del settore ha attirato l’attenzione dei criminali informatici.

Gli attacchi dei cybercriminali di solito avvengono in aree dell’economia digitale dove c’è più debolezza e possibilità di farla franca con il minimo sforzo, ma anche dove si concentrano le ricchezze digitali. Che di volta in volta possono cambiare ed essere soldi veri e propri, credenziali da rivendere nel mercato del dark web oppure altre forme di guadagno digitale, inclusi i borsellini dei bitcoin e altre criptovalute.

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Akamai documenta gli attacchi

L’ultimo rapporto State of the Internet di Akamai mostra che gli attacchi alle applicazioni web delle società di gioco e agli account dei giocatori sono cresciuti del 167% negli ultimi 12 mesi, colpendo milioni di giocatori in tutto il mondo.

Il rapporto spiega che questi attacchi mettono gli account dei giocatori a rischio di essere compromessi, con il rischio di vendere gli account di gioco e di rubare informazioni personali come i dati delle carte di credito.

Si tratta, insomma, di attacchi “vecchia maniera” il cui obiettivo è sfruttare alcune debolezze dei sistemi per arrivare ai soliti bersagli: carte di credito da immettere nel circuito del dark web e che vengono rivendute a pochi dollari l’una ma che permettono di fare rapidamente acquisti grazie a una rete piuttosto complessa di “spalloni” e “muli” che offrono i loro servizi per pochi dollari e che è presente un po’ in tutto il mondo.

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Il primo settore per attacchi

Akamai ha dichiarato che l’industria del gioco è il settore più bersagliato dagli attacchi DDoS (Distributed Denial-of-Service), con il 37% di tutti gli attacchi DDoS che colpiscono questo settore. L’azienda ha dichiarato che si tratta di una “quantità spropositata”, dato che il secondo settore più bersagliato è quello finanziario con il 22%.

Gli attacchi DDoS su larga scala possono mettere offline i giochi e colpire migliaia di giocatori in pochi secondi. Il rapporto dice che possono anche essere attacchi più mirati, chirurgici per così dire, aumentando la latenza per dare a un giocatore un vantaggio sugli altri.

Il sospetto che Akamai neanche troppo implicitamente fa capire è che non solo i cybercriminali partecipano al mondo del gaming come ladri di credenziali, ma probabilmente agiscono anche nei circuiti di scommesse più o meno legali degli e-sport, influendo direttamente sul risultato finale.

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Aumenta la superficie attaccabile

“Con l’aumento e l’evoluzione dell’attività di gioco – dice Jonathan Singer, senior strategist di Akamai – è aumentato anche il valore delle interruzioni attraverso i cyberattacchi. I criminali informatici di solito interrompono i servizi live e cooptano le credenziali per rubare le risorse di gioco”.

Il rapporto rileva che i cambiamenti nel panorama del gioco stanno aprendo nuovi obiettivi per i criminali informatici. Ad esempio, la crescita del cloud gaming ha aumentato la “superficie di attacco complessiva” del settore, creando nuove strade per i cybercriminali.

Ovviamente l’aspetto economico ha un ruolo diretto preponderante e da questo punto di vista le novità non sono poche, vista la rapidità con la quale il mondo del gaming online sta evolvendo negli ultimi due-tre anni.

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Microtransazioni

Anche la crescita delle microtransazioni rappresenta un incentivo per i criminali della rete, poiché molti di questi prodotti acquistati sono collegati agli account dei giocatori. Si stima che il mercato delle microtransazioni raggiungerà un valore di 106 miliardi di dollari entro il 2026, creando un obiettivo massiccio per gli aggressori.

“In sostanza – spiega Akamai nel suo rapporto – i criminali informatici sanno che il gioco ha un valore e continueranno a inventare modi per ottenerlo o per sfruttare il flusso di fondi virtuali”.

Ci sono anche altri fronti, ovviamente. Come quello dello spionaggio industriale e della pirateria vera e propria. L’anno scorso, ad esempio, l’editore di giochi EA è stato vittima di un attacco informatico, quando gli hacker hanno dichiarato di aver rubato 780 GB di dati che includevano il codice sorgente di vari giochi.

Non si sa se sono stati chiesti ricatti o se il maltolto è stato rivenduto nel dark web per accelerare lo sviluppo dei giochi-clone della concorrenza, soprattutto cinese.

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