Una coalizione tra gruppi di tutela dei consumatori e associazioni anti-spreco ha chiesto alla Federal Trade Commission (FTC, l’agenzia governativa statunitense cha ha, tra le altre cose, il compito di promuovere la tutela dei consumatori) di predisporre meccanismi legislativi per impedire alle aziende di immettere sul mercato prodotti che dopo pochi anni non è possibile continuare a utilizzare per mancanza di aggiornamenti software o servizi legati.
La richiesta è partita da nomi quali Consumer Reports, iFixIt, Electronic Frontier Foundation e altri ancora che chiedono alla FTC di obbligare i produttori a iriportare sulle confezione dei prodotti ndicazioni chiare su quelli che in gergo si chiamano meccanismi di “tethering software”.
Nella lettera inviata alla FTC, si fa presente che esiste tutta una serie di prodotti con funzionalità che possono essere abilitate via software. Si indica, ad esempio, la navetta per bambini Snoo, venduta a 1695 dollari, con funzionalità inizialmente pubblicizzate come parte del prodotto e che ora verranno proposte con un abbonamento mensile. Altro esempio simile è quanto accaduto con Juicero, una discussa macchina per fare i succhi di frutta in casa che si è scoperto non servire a nulla (i sacchetti di frutta venduti dall’azienda si potevano infatti spremere usando anche solo le mani). La macchina per fare i succhi è diventata inusabile dopo la chiusura della startup che la proponeva, impossibilitata a offrire le necessarie infrastrutture di supporto.
Il sito The Verge fa notare che i produttori usano sempre più il software per bloccare macchinari di cui siamo proprietari, impedendo usi diversi da quelli che permettono loro di ottenere il maggior profitto, spiega Lucas Rockett Gutterman del Public Interest Research Group (PIRG, storica federazione statunitense delle associazioni della cittadinanza attiva). “Se vogliamo bloccare l’industria tech dallo spingerci sempre a sostituire prodotti che ancora funzionano, dobbiamo affrontare i diritti dei consumatori per ottenere quello che abbiamo pagato nell’era dei dispositivi connessi”.
Nella lettera inviata alla FTC si fa notare che aziende come Google eliminano determinati prodotti, lasciando gli utenti senza supporto e prodotti da buttare. Gli elettrodomestici non sono da meno e questi ultimi prodotti sono quelli più esposti alla problematica in questione.
Tra i suggerimenti proposti alla FTC: l’obbligo per le aziende di indicare in modo evidente sul packaging il periodo di supporto minimo garantito, l’obbligo di proporre funzionalità chiave che continueranno a essere usabili anche in caso di assenza di connessione a internet o mancanza di aggiornamenti software, incoraggiare l’uso di strumenti e metodologie che consentano il ri-utilizzo anche alla fine del supporto software, prediligere l’interoperabilità consentendo anche a terzi parti di modificare vecchi dispositivi, sensibilizzare i produttori a tenere conto della longevità nella progettazione dei dispositivi.