HOP (Halte à l’Obsolescence Programmée), un’associazione francese nata nel 2015 per lottare contro l’obsolescenza programmata dei prodotti commerciali con indagini e azioni giudiziarie – nota per attività che hanno portato a denunce anche contro Epson e Apple – ha deciso di avviare un’azione legale contro HP, il più grande produttore di stampanti al mondo, accusata di obsolescenza programmata con le cartucce d’inchiostro.
«HP aspira a essere l’azienda tecnologica più eco-responsabile ed equa del mondo», scrive l’associazione, affermando che questa starebbe «attuando strategie software che hanno un forte impatto sui consumatori e sull’ambiente».
L’associazione denuncia pratiche ideate per “rendere gli utenti prigionieri delle cartucce del marchio”, scelta che definisce “un vero e proprio scandalo ecologico e finanziario”. Secondo Halte à l’obsolescence programmée, queste pratiche equivalgono al reato di obsolescenza programmata.
«Dopo di mesi di indagini», spiega ancora l’associazione, «abbiamo deciso di deciso di informare il Pubblico Ministero del comportamento di HP, pratiche che riteniamo scandalose nel 2024 e soprattutto vietate in Francia». L’associazione denuncia “strategie illegali, sleali e aggressive” che, a loro dire, incoraggiano a un consumo eccessivo delle cartucce del marchio, pratiche ritenute dannose per i consumatori e per l’ambiente.
L’associazione accusa HP di “limitare deliberatamente l’uso delle cartucce ricondizionate”, nonostante questa scelta sia nell’interesse del consumatore e a favore dello sviluppo dell’economia circolare.
Secondo l’HoP i fatti ai quali fa riferimento sono “documentati”, indicati nella denuncia e possono essere assimilati a pratiche di obsolescenza programmata del software, in violazione del Codice del consumo francese. L’associazione afferma inoltre che le scelte di HP violano, tra alte altre cose, anche un nuovo reato che vieta ai professionisti di ostacolare il ricondizionamento o il ripristino della funzionalità di un prodotto al di fuori della propria rete di vendita.
Tra le pratiche citate in giudizio, l’impossibilità di ricaricare cartucce già usate ma anche di sfruttare cartucce compatibili, arrivando anche a bloccare nelle multifunzione l’uso dello scanner (che nulla a che fare con le cartucce). L’associazione parla di “strategia coercitiva” da parte del produttore, obbligando gli utenti ad acquistare esclusivamente cartucce originali e, di recente, anche ad abbonarsi a loro servizi di stampa.
Secondo ricerche dell’associazione, HP ha gradualmente ridotto la quantità di inchiostro nelle cartucce, aumentando allo stesso tempo il prezzo, spiegando che si arriva a spendere fino a 7500 euro al litro per una cartuccia di inchiostro, prezzi esorbitanti rispetto alle alternative (cartucce compatibili o ricondizionate) che costano dal 30% al 70% in meno rispetto alle HP nuove.
Sempre secondo l’associazione, HP starebbe rendendo interi lotti di cartucce “obsolete” con la scusa dell’aggiornamento, senza fornire informazioni trasparenti e chiare in proposito.
Il problema dell’impossibilità di usare cartucce compatibili o rigenerate con le recenti stampanti HP è noto da tempo. HP già altre volte è stata oggetto di polemiche per avere bloccato alcune stampanti con firmware malfunzionanti.