Kroll Ontrack, azienda specializzata in recovering dei dati e computer forensics, ha recentemente effettuato un’indagine su un campione di circa 1000 individui dalla quale emerge una decisa propensione a valutare una copertura assicurativa in materia di recupero dati.
Se è vero infatti che solo il 17% di coloro che hanno attiva una polizza assicurativa casa sono anche tutelati in caso di perdita dei dati è altrettanto vero che della restante parte, che attualmente non dispone di una copertura specifica per il recupero dei file persi, quasi l’86% sarebbe disponibile a valutarne l’inclusione nel contratto in essere.
Gli italiani non saranno granché attenti alla sicurezza dei propri dispositivi informatici, come puntualmente ci ricordano le ricerche svolte dagli addetti ai lavori nel campo della IT security, ma di sicuro tengono ad avere le spalle coperte in caso di perdita accidentale dei dati contenuti nei propri device.
Inoltre, risulta che la molla che spinge gli italiani a propendere per il sì o per il no a un’offerta assicurativa che includa la protezione dei dati informatici non sembra essere il prezzo, dal momento che, fatto salvo il presupposto per cui le offerte commerciali disponibili sul mercato in media impongono una franchigia compresa tra i 50 e i 100 euro, l’ 84,6% includerebbe la nuova copertura accettando di pagare in più nel premio attuale una cifra compresa tra 20 e 40 euro, e il 7,7% si spingerebbe addirittura fino a 50 euro.
Alla domanda sul grado di soddisfazione per gli utenti già in possesso di un’assicurazione che include il recupero dei dati la valutazione si ferma a 3,7 su una scala di 5. Incidono su questo punteggio, con luci e ombre, alcuni elementi di insoddisfazione come la complessità nell’ottenere il risarcimento del danno, la rigidità della polizza, la copertura a volte limitata solo a particolari tipi di danno.
Quali invece le motivazioni più ricorrenti di coloro che si sono dichiarati non interessati ad una copertura sul recupero dei dati? Al primo posto la convinzione di poter gestire il rischio esclusivamente attraverso procedure di backup (57%), segue la percezione di non essere interessati a problemi di perdita dei dati (15%), la necessità di dover contenere le spese (15%) e infine una mancanza di interesse non meglio specificata (13%).
Il dato elettronico è dunque sempre più importante: alla domanda sulla disponibilità a cambiare compagnia assicurativa a fronte di una proposta conveniente con annesso data recovery, il 79,1% lo valuterebbe a conferma della predisposizione del nostro popolo alla prudenza e alla tutela di quello che viene considerato il proprio mondo digitale.