Lo schemo “multi touch” di iPhone è forse una delle novità più interessanti dell’iPhone. Uno schermo che comprende il gesto dell’utente e lo traduce comandi complessi all’interfaccia.L’idea è geniale, ma forse non è del tutto nuova e non solo perchè qualche cosa del genere si era visto in qualche film di fantascienza, come Minority Report, ma perchè una dimostrazione delle potenzialità di questo tipo di tecnologia era stata fatta vedere in una presentazione dal vivo, avvenuta nel febbraio 2006 in occasione del TED una originale manifestazione che si svolge a Monterey, California. Al TED si riuniscono talenti e menti brillanti che appartengono ai campi più disparati: dalla tecnologia allo spettacolo, dal cinema al software: una riunione di geni che ha il “solo” scopo di condividere idee e progetti.
Un anno fa a Monterey, California
Il video YouTube inizia con la presentazione di Jeff Han che mostra al pubblico un grande schermo a retroproiezione, dotato di una superficie multi-touch. A differenza degli attuali schermi sensibili al tocco, in grado di riconoscere e rilevare la pressione di un solo dito (iPhone e il touchpad dei portatili Apple fanno eccezione), il multi-touch svelato da Han è in grado di rilevare più punti di contatto. Il ricercatore inizia la demo con lo schermo vuoto mentre nel computer gira un software in grado di tracciare i punti di contatto. Han tocca lo schermo prima con un dito, poi con due, successivamente utilizza le dita di tutte e due le mani: il programma rileva tutto e traccia posizione e coordinate sullo schermo.
Mentre procede con la demo, Han precisa che gli schermi sensibili al tocco non sono una tecnologia nuova e anche se multi-touch, lo schermo che sta mostrando al pubblico non è il punto saliente della sua dimostrazione.
Il ricercatore sostiene che lo schermo utilizzato è in alta risoluzione, di costo contenuto e altamente scalabile ma, ciò che importa di più, è quello che può essere realizzato dal punto di vista software e di interfaccia sfruttando questa tecnologia. Così Jeff Han entra nel cuore della demo caricando il primo software.
Prima demo
Il programma visualizza su schermo il disegno di una sostanza malleabile e fluida. Con le dita Han modifica la forma della sostanza disegnata, trascinando una particella ne provoca il movimento in quella direzione.
Con due dita tocca due particelli distinte e avvicinando le dita, sempre premute sullo schermo, le fa muovere una verso l’altra fino a farle collidere e poi fondere. La rappresentazione è fluida, il ricercatore controlla l’output del computer intervenendo direttamente con le proprie mani sullo schermo. Colpiti dalla dimostrazione in video, quasi nemmeno ci accorgiamo che Jeff Han non sta utilizzando alcun tipo di interfaccia per gestire il computer.
Seconda demo
In una delle fasi più spettacolari e rivelatorie del video, Jeff Han carica un software che rappresenta sullo schermo una scrivania su cui sono appoggiate delle fotografie in ordine sparso, proprio come avviene quando si appoggiano delle foto su di un vero tavolo.
Il ricercatore utilizza tutte e due le mani per spostare le foto sul desktop di lavoro ancora, posizionando le dita in aree prive di immagini, il ricercatore può spostare la visuale della scrivania. Posizionando due dita all’interno di una immagine e semplicemente aumentando la distanza tra le dita stesse, l’immagine si ingrandisce, viceversa avvicinando i due indici la foto si rimpicciolisce.
Mentre il pubblico applaude, il ricercatore spiega che l’interfaccia non è più necessaria, è completamente scomparsa. L’interazione con la macchina avviene semplicemente e direttamente con le mani, inoltre il computer si comporta proprio come ci si aspetterebbe che facesse. Facile da usare e immediato anche per una persona che non ha mai utilizzato prima in vita sua un PC.
A questo punto Han preme un pulsante e, sovrapposta alla scrivania con le fotografie, compare una tastiera virtuale. Anche la tastiera può essre ingrandita o rimpiccilita a seconda delle esigenze oppure per adattarla alla dimensioni delle mani e delle dita dell’utente.
Sempre acccompagnando la demo con le parole, Han spiega “Non si sono ragioni per cui noi dobbiamo conformarci ai dispositivi fisici. Oggi abbiamo un sacco di tecnologia ed è giunto il momento che tutta questa tecnologia cominci ad adattarsi a noi”.
Altre demo e conclusione
Sullo schermo multi-touch di Han compare NASA WorldWind un software opensource di visualizzazione del globo mediante vista satellitare, molto simile al famoso Google Earth. Anche in questo caso è possibile scorrere la superficie del pianeta, ingrandire il particolare desiderato oppure, diminuire il dettaglio per spostarsi di nuovo sulla superficie. Ancora una volta tutte le operazioni sono gestite fluidamente e senza problemi utilizzando solamente le mani sullo schermo multi-touch, nella maggior parte dei casi sono sufficienti solo due dita.
L’impressionante dimostrazione e le parole di Han suonano come la fine dei dispositivi troppo piccoli, delle tastiere e dei mouse approssimativi, soprattutto la fine dei software e delle interfacce che richiedono lunghe fasi di apprendimento, fatica, pazienza e adattamento da parte dell’utente.
Il pubblico di Monterey, così come tutte le persone che vedranno il filmato completo grazie a YouTube, possono intuire che siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione. Non dimentichiamo infatti che la presentazione di Jeff Han risale a ben un anno prima della presentazione di iPhone.
Dopo aver visto le incredibili applicazioni di uno schermo multi-touch viene spontaneo immaginare che ora il computer, il software e i dispositivi di input e output possono essere utilizzati per venire incontro alle esigenze dell’uomo anzi di più, possono essere progettati e sviluppati proprio per essere ingrado di interpretare i movimenti e i gesti più comuni e immediati per tradurli in comandi che il computer possa eseguire.
Non è un caso che la rivoluzione che Jeff Han ha mostrato per primo al mondo, implica la scomparsa della interfaccia così come oggi siamo abituati a conoscerla e utilizzarla.
Epilogo e giorni nostri
Dopo la sua incredibile demo, Jeff Han è stato contattato da Steve Jobs in persona o da Apple per partecipare al progetto iPhone, questo almeno è quanto dicono alcune fonti in Rete. Quel che è certo però è che il brillante ricercatore di New York non è mai entrato a far parte di Apple. A scartare completamente l’ipotesi è lo stesso Jobs il quale,
intervistato da David Pogue, afferma che Apple sta studiando la tecnologia multi touch da oltre 2 anni e mezzo prima della presentazione di iPhone, quindi molto prima anche delle prime demo di Jeff Han che risalgono almeno al 2005. In ogni caso Jeff Han è stato contattato per un parere subito dopo la presentazione di iPhone al Macworld, ecco la traduzione della sua risposta:
“iPhone è veramente bellissimo e, come ho sempre sostenuto, se mai ci sarà una società in grado di portare questa tecnologia nel mercato consumer, questa società è Apple. Solo avrei desiderato che iPhone fosse un poco più grande così da poter usare entrambe le mani.”
[A cura di L. M. Grandi]