Si chiama Pando (chissà come mai, verrebbe da chiedersi) e fa una cosa fondamentale. Permette di trasferire file di dimensioni consistenti – un gigabyte – tramite una mail. O meglio: la mail serve come “traccia” per stabilire la connessione e attivare il servizio.
si chiama Pando, dicevamo, ed è in realtà un servizio di trasferimento file pesanti sino a 1 Gb (con un massimo di una “coda” di 5 gigabyte) via PeerToPeer. Serve un client, scaricabile gratuitamente dal sito di Pando e disponibile sia per Mac che per Pc. Poi, si “carica” il file da spedire – mettiamo il filmato compresso in formato Divx del battesimo del figlio di nostro zio, cioè il cuginetto – e si fornisce l’indirizzo email.
Pando a questo punto arricchisce il tutto spedendo una email che fornisce al destinatario – la classica nonna che vive in Australia – un piccolo file di poche decine di bytes. E’ l’equivalente di un file torrent del più noto protocollo BitTorrent. Basta aver installato il client di Pando (link presente anche nella succitata mail) e cliccare sul piccolo file. In un attimo, inizia il download. Dove stava il file?
L’idea di Pando è che i server della società web 2.0 possano tenere per 15 giorni online il file, “servendolo” come farebbe uno dei seeder di BitTorrent. Quando ci si attacca, parte il download, anche se chi ha spedito l’email-file è tecnicamente già sconnesso dalla rete. Pratica e gratuita soluzione da provare…